Milan: Elliott, Blue Skye e il miliardo di euro tra Cayman e Delaware

La mossa dei Singer dopo il blitz della Guardia di Finanza a fine gennaio sulla cessione a RedBird: cosa sta succedendo
Milan: Elliott, Blue Skye e il miliardo di euro tra Cayman e Delaware© ANSA

MILANO - Se la proprietà attuale del Milan, ovvero RedBird Capital di Gerry Cardinale, guarda al domani pensando sì ai risultati sportivi, ma anche e soprattutto a quelli fuori dal campo, dalla crescita del brand al fondamentale progetto del nuovo stadio; quella vecchia, il fondo statunitense Elliott, continua a essere tirata per la giacchetta dalla finanziaria londinese Blue Skye, ex socio di minoranza (4,27%) di Project Redblack, la società che controllava il 100% di Rossoneri Sport, ovvero un’altra società lussemburghese tramite cui Elliott deteneva il 99,93% del Milan fino alla cessione del club a RedBird il 31 agosto 2022. La vicenda è ormai nota: Blue Skye di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo fin dall’estate scorsa si sta battendo contro la modalità di cessione del club a RedBird.

La disputa legale fra Elliott e RedBird

A settembre Blue Skye aveva spiegato che l’accordo era stato «ufficializzato in maniera frettolosa, senza che l'acquirente Redbird avesse effettuato una due diligence come da prassi». La cessione era stata addirittura qualificata come «opaca». Elliott da mesi definisce le «azioni come frivole e vessatorie, un tentativo di estrarre un valore a cui Blue Skye non ha diritto». Le parti stanno duellando a suon di cause sparse per il pianeta (Italia, Lussemburgo, Stati Uniti e Hong Kong). Il 26 gennaio la Guardia di Finanza di Milano ha effettuato una serie di perquisizioni negli studi legali di alcuni professionisti che avevano curato la compravendita fra Elliott e RedBird proprio nell’ambito dell’inchiesta della Procura nata dopo l’esposto di Blue Skye per “appropriazione indebita”. E il 30 marzo i legali di Cerchione e D’Avanzo hanno ottenuto dal Tar del Lazio che la Figc gli fornisca, entro 30 giorni, il fascicolo in suo possesso sui requisiti di onorabilità e solidità finanziaria della proprietà del Milan.

La ricostruzione dei fatti

L’ultima puntata di questa intricata storia l’ha raccontata ieri il “Corriere della Sera” nella sua edizione milanese. Il giorno dopo le perquisizioni della GdF del 26 gennaio, Elliott ha spostato oltre un miliardo di euro, fra denaro (515 milioni) e obbligazioni (541 milioni), dalle due società lussemburghesi, Rossoneri Sport e Project Redblack, alle Isole Cayman e in Delaware. E Nella stessa giornata Redblack si è precipitata a distribuire gli attivi a Elliott, dunque a fare risalire il denaro e i titoli per due terzi alla Elliott International che si trova alle Isole Cayman e per un terzo alla Elliott Associates in Delaware. Elliott ha poi lasciato 46 milioni di euro nelle casse di Rossoneri Sport e di Redblack controllate al 95,7% da Elliott e al 4,27% dal socio di minoranza Blue Skye. Secondo Blue Skye, quei 46 milioni sono insufficienti a garantirle il pagamento dei 117 milioni dovutile quale remunerazione del cofinanziamento dell'acquisto-valorizzazione-cessione del Milan. Per questo ora Cerchione e D’Avanzo hanno chiesto al Tribunale Fallimentare di Milano (udienza il 24 maggio) di dichiarare l'insolvenza delle due società lussemburghesi tramite le quali Elliott controllava il Milan. Considerando quindi giuridicamente Rossoneri Sport e Project Redblack come «super-società di fatto» di Elliott per la gestione del Milan, con «centro di interessi principale in Italia a Milano». La posizione di Elliott rimane comunque invariata rispetto ai mesi scorsi, questi continui interventi vengono ritenuti «opere temerarie» per cercare di ottenere un profitto superiore a quello che gli è stato corrisposto.

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