Inchiesta Milan, il prezzo è giusto? Nuovi dettagli

Per la Procura di Milano il passaggio da Elliott a RedBird del club rossonero non convince. Ma la proprietà dichiara: «L’idea che non abbiamo il controllo del Milan è priva di fondamento»

MILANO - Nei radar degli inquirenti milanesi entra anche il prezzo di vendita del Milan da Elliott a RedBird. L’inchiesta della Procura, che due giorni fa ha disposto la perquisizione nella sede del club rossonero eseguita dalla Guardia di Finanza, mira a fare luce sulla congruità del costo sostenuto dal fondo di Gerry Cardinale secondo gli accordi stipulati con la famiglia Singer alla fine di agosto del 2022, oltre a capire se il passaggio di proprietà è stato effettivo. La somma della vendita tra i due fondi americani era stata fissata a 1,2 miliardi. Come spiega l’Ansa, questa cifra sarebbe ritenuta troppo alta e per questo i pubblici ministeri vogliono vederci più chiaro. Nel 2017 il Milan era stato valutato 520 milioni da Fininvest al momento del closing con Yonghong Li. Ma, nei mesi che hanno preceduto la cessione a RedBird, il fondo Investcorp del Bahrein aveva messo sul piatto 1,1 miliardi. L’inchiesta, che ha portato l’attuale a.d. Giorgio Furlani (oggi potrebbe raggiungere la squadra a Praga) e il suo predecessore Ivan Gazidis nel registro degli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza della Figc, vuole fare luce sullo schema di vendita da Elliott a Cardinale: il vendor loan da 600 milioni e il resto della somma che, secondo indiscrezioni, non è scontato sia stato già interamente pagato da RedBird a Elliott.

I movimenti nel mondo arabo

Per questo motivo erano in corso contatti di Cardinale con società finanziarie del mondo arabo, tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi, curiosamente nella stessa area mediorientale dove ha sede Investcorp, la cui proposta di acquisto del Milan, un anno e mezzo prima, era stata rifiutata da Elliott che ha preferito seguire la strada della continuità senza tagliare il filo dell’hedge fund col Milan, ormai datato 2017. Queste trattative col mondo arabo, da un lato, servirebbero a trovare i soldi per completare l’operazione con Elliott. Dall’alto, avrebbero lo scopo di individuare nuovi investitori per il Milan. Queste negoziazioni potrebbero essere finalizzate a cercare un soggetto finanziario in grado di sostituire Elliott nel maxi-prestito entro giugno. Senza dimenticare che RedBird sta conducendo insieme a Interantional Media Investments, gruppo controllato dal governo di Abu Dhabi, un tentativo di acquisto del quotidiano inglese Telegraph.

La finanza perquisice la sede rossonera

"RedBird è il proprietario del Milan"

La nomina di Paolo Scarboni a presidente di Red Bird International sarebbe riconducibile proprio alla volontà di avvalersi dell’attività del presidente dell’Enel in questa scalata. Le notizie sull’inchiesta potrebbero frenare l’avanzamento dei contatti di Cardinale nel mondo arabo per il Milan. I vertici delle aziende del Medio Oriente preferiscono sempre muoversi nella massima riservatezza. Questo clamore non è l’ideale. Intanto la proprietà del Milan precisa che «l’idea che RedBird non possieda e non controlli il club è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine. RedBird è il proprietario di controllo del Milan e tale rimarrà».

Il Milan è tranquillo

Il Milan è piuttosto tranquillo per la posizione di Furlani e Gazidis rispetto all’indagine penale. In parallelo muoverà i suoi passi l’inchiesta della Procura Figc. I pubblici ministeri di Milano invieranno alla Federcalcio gli atti già notificati alle parti, come il decreto di perquisizione. E valuteranno quali altre carte spedire tra quelle ancora coperte da segreto investigativo e non messe a disposizione dei legali. Anche l’inchiesta sportiva non sembra preoccupare il Milan, convinto di riuscire a dimostrare che non esiste una finzione nel passaggio di proprietà da Elliott a RedBird. Quindi non sarebbe necessario nella difesa arrivare ad argomentazioni di diritto sull’impossibilità di applicare gli articoli 31 e 32 del Codice di Giustizia Sportiva a questa fattispecie. I tempi previsti, però, potrebbero essere piuttosto lunghi. Gli inquirenti Figc attendono gli atti da Milano per cominciare a orientarsi.

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