Napoli, un pentito: «Rapine a calciatori complotto ultrà»

Il gruppo dei Mastiffs voleva per punire gli azzurri che non presenziano agli eventi organizzati dai tifosi
NAPOLI - "C'è un complotto ordito dai Mastiffs per punire i calciatori del Napoli che non presenziano agli eventi organizzati dai tifosi": lo ha detto oggi in aula il collaboratore di giustizia Salvatore Russomagno nel corso del processo per la rapina di un orologio al calciatore Valon Behrami. Russomagno aveva già riferito tutto questo al pm e oggi lo ha ripetuto in videoconferenza alla IX sezione del Tribunale presieduta da Nicola Miraglia del Giudice rispondendo alle domande del pm Anna Frasca.

Il colpo ai danni di Behrami, ha aggiunto Russomagno, non rientra nel complotto dei Mastiffs, a differenza di quelli alle compagne di Ezequiel Lavezzi, Marek Hamsik e Edinson Cavani. Per la rapina a Behrami è imputato Raffaele Guerriero, riconosciuto dal calciatore come uno dei due uomini che nel dicembre del 2012 lo aggredirono in via dei Mille a Napoli (l'orologio gli fu poi restituito a Castelvolturno al termine di un allenamento). A detta del pentito, tuttavia, responsabile della rapina non fu Guerriero bensì un altro pregiudicato che non è indagato

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