De Laurentiis si laurea: «Con Benitez a lungo»

Il presidente del Napoli ha conseguito oggi la laurea ad honorem in Lettere presso la sede dell'Università Americana di Roma
ROMA - "Mi resta l'amarezza per questo ragazzo che lotta per la vita. Sono vicino ai suoi genitori non dovrebbero mai accadere queste cose. E l'amarezza che la prevenzione che si poteva attuare non è stata attuata come si sarebbe dovuto e come abbiamo attuata nell'anno in cui abbiamo giocato contro la Juventus". Lo ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis (foto ssc Napoli), ricordando la finale di Coppa Italia vinta lo scorso 3 maggio contro la Fiorentina allo stadio Olimpico di Roma e condizionata dagli incidenti pre-gara. "Ricordo che con il questore dell'epoca, Tagliente, si fece una grande operazione di intelligence poliziesca - ricorda il numero uno partenopeo a margine della cerimonia svoltasi a Villa Aurelia, in cui ha ricevuto la Laurea ad Honorem dall'American University of Rome - per evitare qualunque problema in un contesto dove non sono tanto e soltanto le due tifoserie che concorrono a questa tipologia di violenza ma quanto anche le tifoserie locali che non hanno mai nutrito una grande passione e rispetto per la tifoseria napoletana".

IL NAPOLI DEL FUTURO - "Prendere una laurea in lettere fa sempre piacere - ha detto poi il patron azzurro in diretta a Radio Goal -.Con tanti giovani poi ti senti ancora più giovane. Oggi mi sono emozionato. Inoltre è un mio vecchio amore quello delle creazione delle idee per una vasta audience. Anche la strada percorsa con il Napoli che rappresenta tanti cuori è un indizio in questo senso.  Con Benitez ci siamo lasciati con una serie di nomi da seguire. Non sono tanti perché abbiamo già una rosa importante. Senza infortuni non saremmo arrivati terzi. Il nostro tecnico è piombato in un contesto con 12 nuovi giocatori e ha fatto molto bene raggiungendo il record dei 104 gol. Zapata ha giocato pochissimo e ha fatto tanti gol. Lo dobbiamo tenere l'anno prossimo perché ci può essere molto utile. Il matrimonio con Benitez durerà molto tempo».

MERCATO - "Un altro acquisto come Higuain? Sono arrivati già giocatori come Mertens e Callejon, è bene i tifosi che si esaltino ugualmente, quindi ci sarà sicuramente un altro arrivo, ma quando abbiamo comprato Zapata tutti si domandavano chi fosse, poi Zapata pur giocando pochissimo ha fatto i suoi gol in Europa e in Italia. Bisogna avere la calma se facciamo solo una squadra di 11 Mascherano tra due o tre anni stiamo da punto a capo - aggiunge -. Mi hanno fatto una 'capa tantà con questo Mascherano (centrocampista del Barcellona, ndr), me l'hanno fatto quasi diventare antipatico. Mi sta simpaticissimo ma se n'è parlato talmente tanto. Benitez ha lavorato con lui, ne riconosce le qualità e sa che è una trattativa complicata: chi ce l'ha se lo vuole far pagare. Ha uno stipendio estremamente alto che è fuori dai parametri del Napoli però ci si può lavorare". "Benitez in fondo aveva Mascherano quando era al Liverpool - prosegue De Laurentiis - e quanti anni aveva quando era lì? Anche tu Rafa, fammi la cortesia, mettiamoci d'accordo per fare una squadra che duri 5 anni".

IN USCITA - Il patron parla anche del mercato in uscita. "Behrami all'Inter? In questo momento nessuno è in partenza finché non ci saranno delle reali offerte sul tavolo - assicura -. Quando arriveranno le valuteremo e valuteremo se converrà rinforzare una squadra amica-nemica sul nostro campionato o se lasciarli andare in lidi diversi"

DE LAURENTIIS SULLA FIGC - "Il Coni ha cambiato direzione ma la federazione deve dare un segnale. Perché non è capace di cambiare la legge 91 dell'81? Bisogna capire come deve funzionare la Figc. È possibile che Abete sia immobile perché schiavo delle situazioni. Questo sarebbe un bel dibattito". Lo dice il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, a margine della cerimonia della Laurea ad Honorem ricevuta oggi da The American University of Rome svoltasi. '"Abbiamo vissuto calcisticamente in una Lega che aveva una contaminazione politica con la federazione - aggiunge -. Per quanti anni il presidente della federazione è stato poi il presidente di Lega e viceversa? Quando abbiamo separato la Lega Serie A dal resto abbiamo voluto dare un segnale ma non possiamo cambiare da soli. La federazione deve dare un segnale". Il numero uno partenopeo ha già delle idee per cambiare il calcio italiano. "Nell'86 avevamo sedici squadre in Serie A perché ora sono venti? Perché ci sono tre retrocessioni e non una? Non ha nessun significato – le sue parole -. Quanti sono gli stadi pieni? Perché nessuno dice 'evidentemente non siamo in grado di organizzare un torneo appetibilè. Se fossimo sedici squadre quante partite sarebbero meno appetibili? Quante partite dobbiamo fare se dobbiamo giocare con la Nazionale, la Coppa Italia, la Champions e l'Europa League? Dobbiamo ammazzare i nostri giocatori?".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...