Serie A Napoli, tuta e sigaretta: Sarri è sempre Sarri

I concittadini raccontano il tecnico: «Bancario o allenatore in A, non ha cambiato modi. Non si prende troppo sul serio, ma è serissimo!»

TORINO - Dalla costa verso l'Appennino cambia tutto: il clima, lo spettacolo all'orizzonte, l'aria che si respira. Superata Empoli, rotta su Firenze e poi giù lungo l'autostrada del sole. Uscita Incisa-Reggella e via lungo il corso dell'Arno che taglia più o meno a metà Figline Valdarno. Tutte le strade conducono a piazza Marsilio Ficino, il centro della cittadina. Girato l'angolo comincia via Oberdan, proprio lì dove si staglia una palazzina d'epoca in cui è cresciuto un giovanissimo Maurizio Sarri.

E dove l'allenatore del Napoli torna appena ha un ritaglio di tempo. «Rigorosamente in tuta e con la sigaretta in bocca», racconta chi lo conosce da una vita intera. Proprio al piano terra dell'antica casa Sarri sorge l'Antico Caffé Greco: è l'orgoglio di Agostino e Carmine Iaiunese, ormai toscani a tutti gli effetti ma originari del casertano, per la precisione Casal di Principe. Tifosi napoletani dalla nascita. E allora in estate hanno deciso di fondare il Napoli Club intitolato proprio a lui, a Maurizio Sarri. A dicembre, il 22, durante lo stop del campionato, Sarri non ha potuto mancare alla grande festa di inaugurazione del club: novecento persone, la piazza bloccata, e una torta di un'ottantina di chili, rigorosamente azzurra.



CAFFE' DOPPIO SPRITZ - Agostino è un amico fedele dell'allenatore: «Lo conosco da anni e il rapporto con lui non c'entra con il tifo. Certo, quando abbiamo saputo che il Napoli aveva scelto lui eravamo felicissimi. E abbiamo pensato al club. E' stato qui sotto Natale, è quello di sempre: genuino, una persona per bene. Non è uno che si fa pubblicità, ama stare lontano dai riflettori. Compie tante buone azioni, beneficenza, si impegna nel sociale. Ma non è che lo sbandiera: lo fa col cuore. Pane e calcio: questa è la sua vita». E quando passa dal bar ordina: «Caffé doppio! Ogni tanto uno spritz, ma proprio ogni tanto... Maurizio è una persona di cultura, uno che legge tanto ed è informato su tutto. E' un ragazzo che non si prende troppo sul serio, però è serissimo in quello che fa. Ricordo questo episodio, a Dimaro questa estate: siamo andati a trovarlo, durante un allenamento avrà fatto ripetere 18 volte una rimessa laterale perché non veniva esattamente come voleva. Curare i dettagli è la differenza: è arrivato dov'è perché se lo merita. Sì, ci è arrivato tardi, è vero. Tuttavia chi lo conosce davvero non ha mai avuto dubbi: sapevamo che sarebbe diventato un grandissimo allenatore». Prima impiegato in banca, poi la gavetta scalando una categoria dopo l'altra. «Se non hai idee e quel qualcosa in più, non sfondi.

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