«Il vittimismo vero male del Meridione»

Giuseppe Cruciani su "Libero" parla delle polemiche sul post Juve-Napoli
«Il vittimismo vero male del Meridione»© LaPresse

da Libero

di Giuseppe Cruciani

"E dunque è ripartito un grande classico, il piagnisteo napoletano. Battuti sul campo eppure vinti dal grande complotto, dal puparo delle giacchette nere, dal potere juventino che non è mai finito e perpetua la profonda ingiustizia di un Sud costretto da sempre a inchinarsi di fronte ai predoni sabaudi.

L'odio nella patria di Totò

E dunque dopo un 1-3 in Coppa Italia troviamo un presidente De Laurentiis che (da Los Angeles) minaccia di schierare i ragazzini nella gara di ritorno (a proposito, già allertati esercito e Protezione Civile?), il sindaco De Magistris che sciarpa al collo parla di «torto continuo, senza fine, ripetuti errori arbitrali e opinionisti che hanno visto un'altra partita, una vergogna nella vergogna» e persino lo scrittore Maurizio De Giovanni che racconta di non aver dormito tutta la notte dopo il match «per le bastardate subite dalla mia città». Bastardate, ha scritto proprio così. Non si salva nessuno: la Rai faziosa, i commentatori al soldo degli Agnelli, quelli che gestiscono le immagini colpevoli di far vedere al replay solo quello che vogliono, ovviamente tutto manovrato per condizionare chi fischia e metterlo in quel posto al Ciuccio. Non conta più nulla, non conta che gli episodi contestati siano interpretati in cento modi diversi. Il vittimismo, vero morbo meridionale, si trasferisce al calcio con una virulenza moltiplicata dalla passione e dal business che genera la passione per la squadra. Radio, tv e saltimbanchi vari di cosa vivrebbero senza il Grande Nemico, senza la retorica del furto subito, esattamente come la storia ridicola dei terroni vittime storiche della feroce Padania

[...]

Nulla, in confronto a quello che avviene nel cuore della tifoseria partenopea, la trasmissione radiofonica condotta ogni giorno da un certo Carlo Alvino su Kiss Kiss. Lo stesso Alvino che tempo fa augurò la morte «lenta, ma sicura» a uno juventino «affetto dalla gravissima patologia» di essere nato a Napoli ma essere tifoso bianconero. E che una volta si disse d'accordo con uno che parlò di «sistema mafioso» di cui farebbe parte la Juve. Ieri ha iniziato la sua trasmissione con una canzone dedicata a Arsenio Lupin, iniziativa peraltro geniale, ma che fa capire benissimo da che parte tira quel vento".

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