Napoli, Ancelotti: «CR7? Non è cambiato: lui fa sempre la differenza» 

Il tecnico degli azzurri: « H o rivisto il solito Cristiano Ronaldo. Europa League? Per noi è un'opportunità»
Napoli, Ancelotti: «CR7? Non è cambiato: lui fa sempre la differenza» 

MILANO - «Questo Napoli presto vincerà qualcosa». Una convinzione che Carlo Ancelotti aveva esternato alla vigilia della vittoriosa trasferta di Cagliari, subito dopo l'eliminazione dalla Champions League arrivata con la sconfitta di Liverpool, e che il tecnico dei partenopei ha ribadito in tv dichiarando il suo amore per la città e per il suo popolo: «Napoli ha dei panorami e delle viste uniche - ha detto l'allenatore emiliano durante ka trasmissione 'Tiki Taka' su Italia 1 -. Ha un grande clima e i napoletani sanno vivere bene, anche attraverso le difficoltà e i problemi. Hanno grande passione e non si prendono mai troppo sul serio, come invece accade da altre parti. È una città abituata a vivere nelle difficoltà e lo fa in maniera molto positiva. Mi piacerebbe cantare ‘O surdato nnamurato’ al San Paolo dopo una vittoria. Perché solo in quelle occasioni si può cantare. De Laurentiis mi ha chiesto di fare il massimo per tenere questa società ad alti livelli, cosa che era già prima del mio arrivo».

I CORI RAZZISTI - Il discorso si è spostato poi anche sui cori discriminatori che troppo spesso colpiscono Napoli e i suoi tifosi: «La discriminazione territoriale? Ci sono delle regole molto precise e io credo che la Federazione, attraverso il presidente, abbia fatto un bel passo in avanti, sensibilizzando anche gli arbitri che poi alla fine sono quelli che prendono le decisioni. A Bergamo, per esempio, ho trovato un ambiente molto positivo, c’è stato rispetto per la squadra avversaria. Un passo avanti c’è stato, ma dobbiamo migliorare a livello di educazione negli stadi»

TRA TURNOVER, VAR E... CR7 - Ancelotti poi è entrato anche in questioni più prettamente tecniche: «Il turnover? L’ho fatto fino all’altro giorno anche perché era legato alle partite di Champions. La qualità della rosa è alta e cambiando i giocatori il rendimento della squadra non ne risente. Come si motiva la squadra? Bisogna essere concentrati su quello che si può fare, piuttosto che su quello che possono fare gli altri: è così che puoi migliorarti ogni volta e andare oltre i tuoi limiti, lottare per cercare di superarli. Cristiano Ronaldo? L’ho visto quando abbiamo giocato contro la Juve, ma dopo non ci siamo sentiti. Mi sembra il solito Ronaldo: è un giocatore sempre molto determinante e motivato, non credo sia cambiato rispetto a quando l’ho allenato. Resta un giocatore top, che fa la differenza. Il derby vinto dai bianconeri? La partita è stata in equilibrio, il Toro ha fatto la partita che doveva fare, ha giocato con grande energia e poi alla fine l’episodio ha determinato il risultato». Un giudizio anche sul Var, novità che ha trovato al suo rientro in Italia«È una tecnologia che va migliorata, ma che serve al calcio. Come tutte le innovazioni, all’inizio c’è qualche incertezza, ma siamo sulla strada giusta».

MILIK E CAVANI - Si è parlato inoltre indirettamente di calciomercato, con 'Carlo Magno' che sembra allontanare il ritorno di Cavani: «Milik è un ragazzo molto giovane che viene da due anni di infortuni e questo non va dimenticato. All’inizio ha giocato un po’ a corrente alternata, ora sta trovando continuità e speriamo che prosegua in questo modo. Abbiamo parlato di Milik, ma possiamo parlare anche di Mertens e Insigne. È paradossale che si parli di Cavani, che è molto amato a Napoli, quando i nostri attaccanti hanno fatto tantissimi gol».

FIGLIO ED EUROPA - Ancelotti ha parlato poi del rapporto con suo figlio, che è anche il suo vice, e di quella Europa League che il Napoli proverà a vincere dopo l'uscita dall'Europa League con il sogno magari di incontrare in finale il Chelsea di Maurizio Sarri«Lavorare con mio figlio è particolare, si ha un rapporto molto più diretto e stretto, anche se poi tutto va riferito anche al resto dello staff che è giovane e competente. Io ho i miei anni e a volte ho bisogno di essere aiutato dall’entusiasmo che sicuramente Davide e in generale i giovani riescono a darmi. L’Europa League? Ci teniamo molto: non siamo riusciti a fare il viaggio europeo dalla porta principale, ma vogliamo andare avanti il più possibile in Europa League. Negli ultimi anni questa competizione è stata vinta da top club come Atletico Madrid, Chelsea e Manchester United. È un’opportunità che abbiamo per restare competitivi».

LE MILANESI - Infine un giudizio sulle due milanesi: «Da bambino ero simpatizzante per l’Inter, ma dopo quella simpatia è stata offuscata o addirittura cancellata dagli anni passati al Milan. L’Inter ha una società forte, che ha voglia di investire e di tornare ad alti livelli. Credo sia solo una questione di tempo. Gattuso? Ha fatto già bene in questa sua esperienza al Milan, ha preso la squadra in un momento di difficoltà, l’ha tirata su e gli ha dato un’identità. Certo, le ambizioni dei rossoneri sono quelle di fare un campionato di vertice ma bisogna avere pazienza e credo occorra fare degli innesti di qualità sul mercato. Ibra che resta nella MLS? Credo sia stata una decisione più di Zlatan che del Milan, da quello che risulta».

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