Florenzi show. L’urlo di Roma

Piqué e la Vinci, incantati dalla sua prodezza: «Ci vuole istinto, un po’ di pazzia e il cuore»
Florenzi show. L’urlo di Roma

ROMA - A pensarci bene, per fermare i marziani del Barcellona serviva qualcosa di speciale, di extraterrestre. Ci ha pensato Florenzi con una parabola lunga 55 metri a regalare un sogno di fine estate ai giallorossi. Un punto, quello ottenuto contro i blaugrana, che potrebbe rivelarsi decisivo nel (presumibile) testa a testa con il Bayer Leverkusen per il secondo posto nel girone dietro a Messi e compagni che per una notte non hanno potuto far altro che ammirare la magia del centrocampista di Vitinia. In primis Piquè: «Uno dei gol più belli che ho incassato nella mia carriera». Un tweet che certifica, se ce ne fosse ancora bisogno, la diversità del Barcellona nel mondo del calcio ma anche quella del centrocampista romano che ha replicato così: «Grazie campione».

IL TERZO MOSCHETTIERE - Ieri Roma si è risvegliata con un figlio prediletto in più. Dopo Totti e De Rossi, il terzo moschettiere - ruolo che per anni è appartenuto ad Aquilani - è definitivamente diventato di Florenzi. Il laterale sembra essere sempre più convinto del ruolo di terzino che Garcia gli ha cucito addosso. E oltre agli elogi dei compagni di squadra (ai quali prossimamente offrirà una cena), di Elano (brasiliano ex City e Galatasaray, ora in India) incontrato in un ristorante nel post-gara e del presidente Pallotta («Bravissimo») ha incassato anche gli applausi dei compagni di Nazionale e di altri sportivi (tra cui la tennista Roberta Vinci), che gli hanno intasato il telefono con centinaia di messaggi. Senza contare i titoli nelle principali testate statunitensi, tra cui il Washington Post. Dagli Stati Uniti all'Europa: As e Marca in Spagna, la Bild in Germania, l'Equipe in Francia, tutti concordi nel celebrare «uno dei più bei gol della Champions League». «Quel pallone non entrava mai - ha raccontato Florenzi al sito della Uefa -, saranno stati 4 o 5 secondi che a me sono sembrati minuti. Poi però quando ho visto che il pallone era entrato in porta, sinceramente non sapevo come esultare, mi sono messo le mani in faccia perché ho avuto la consapevolezza di aver fatto un gol che forse non dimenticherò mai. Il pareggio vale tanto perché ci permette di ottenere un punto contro i più forti del mondo e perché ci dà la consapevolezza di essere una grande squadra. Se giochiamo sempre così uniti potremo dire la nostra in campionato e fare bene in Champions». Come si fa un gol così? «Con l'istinto, il pensiero, un po' di pazzia e il cuore». Quello che a lui non manca mai. Soprattutto quando si parla della moglie Ilenia, alla quale ha dedicato la rete.

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