Di Francesco: «Roma, a Madrid per il primo posto»

Perotti: «Non diamo per morto l'Atletico Madrid. Vi svelo perché batto i rigori così»
Di Francesco: «Roma, a Madrid per il primo posto»© LaPresse

MADRID - «Per me quella di domani è una sfida determinante per poter passare il turno e magari rimanere in testa al girone, al Genoa non ci sto assolutamente pensando». Così Eusebio Di Francesco, che vuole assicurarsi in casa dell'Atletico Madrid il passaggio agli ottavi di Champions. Il tecnico, dalla sala stampa del Wanda Metropolitano di Madrid, sottolinea che la squadra giallorossa «ha affrontato alla grande il derby e affronterà questa sfida al meglio. I ragazzi sono carichi, abbiamo un buon margine di vantaggio, ma non ci dobbiamo accontentare. Giocheremo con determinazione per un risultato positivo».

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IL NINJA C'E' - «Ho visto le ultime partite dell'Atletico, è sempre stato molto aggressivo e lo sarà ancor di più domani, dovremo essere bravi a rispondere - aggiunge -. Questo è un campo molto difficile e l'avversario molto forte, dovremo essere umili, ma consapevoli della nostra crescita. Nainggolan? È stato convocato, è a disposizione; Gerson può essere una possibilità, ma sulla formazione non anticipo nulla».

PEROTTI E I RIGORI - «Non li diamo assolutamente per morti». Diego Perotti assicura che la Roma non commetterà l'errore di sottovalutare l'impegno con l'Atletico Madrid, nonostante la squadra spagnola sia a un passo dall'eliminazione in Champions League. «Sappiamo di cosa è capace l'Atletico, conosciamo il suo percorso in Champions, le finali raggiunte, il campionato vinto alle spese del Barcellona, cose impensabili fino a poco tempo fa - ricorda l'attaccante argentino -. Sappiamo come Simeone carica la propria squadra, sarà difficile affrontarli soprattutto perché giocano in casa, ma siamo consapevoli di avere due risultati utili su tre». El Monito racconta anche com'è nato il suo metodo quasi infallibile di calciare i rigori: «Ho iniziato così dai tempi del Siviglia, non ho guardato alcun modello. Mi sono aiutato tanto e mi sono perfezionato, non mi sono ispirato a nessuno. Ho lavorato a Siviglia con un portiere mio amico, mi ha dato consigli per migliorare ma solo questo».

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