Roma, l'organizzazione perfetta di una sfida delicatissima

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Roma, l'organizzazione perfetta di una sfida delicatissima© PA

Con un’uscita sorprendente, l’Uefa ha fatto sapere di aver deferito il presidente Pallotta e di aver aperto un fascicolo per organizzazione insufficiente dell’evento Roma-Liverpool. Sul primo punto ha già puntualmente risposto il presidente, perché è singolare che si discuta di una parola un po’ fuori luogo (vi è mai capitato di frequentare i corridoi che portano agli spogliatoi alla fine di una partita rovinata dall’arbitro?) invece di dare spiegazioni su una catena di errori che hanno finito per determinare una semifinale di Champions. E ci saremmo aspettati, al posto di una nota per stigmatizzare Pallotta, che qualcuno mettesse piuttosto la faccia sul tema del giorno. Come evitare, in futuro, di rovinare anche partite così importanti. Ma è addirittura più incredibile che l’Uefa - invece di fare due righe di complimenti alla macchina organizzativa della partita - abbia sentito il dovere di cercare il pelo nell’uovo di chissà quale “insufficienza”. Forse la fila ai tornelli, è di questo che probabilmente parliamo, per consentire l’afflusso e il controllo di 70.000 persone? Niente di niente insomma, se non l’appunto burocratico di uno dei tanti delegati spediti in questa circostanza dall’Uefa.

Ecco, proprio questo avrebbe dovuto far riflettere l’Uefa: il numero dei suoi delegati, chiaramente proporzionale all’importanza e alla delicatezza dell’evento. Ebbene, malgrado i timori per ciò che era successo all’andata, con cinquemila tifosi inglesi per due giorni nella Capitale, malgrado l’importanza della partita, Roma-Liverpool è stata un esempio di correttezza assoluta e di capacità di gestione. Da parte delle forze dell’ordine, della Roma e del Coni, al punto che abbiamo visto personalmente e concretamente proprio alcuni dirigenti del Coni intorno allo stadio per garantire addirittura l’arrivo delle auto e il relativo parcheggio. Insomma, un grande gioco di squadra, una risposta fantastica del pubblico e della città che - come detto - avrebbero meritato una nota di apprezzamento. Una clamorosa occasione persa insomma dall’Uefa. E in questo caso non c’entra - abbiamo il diritto di dirlo? - la catena di errori arbitrali a danno delle squadre italiane.

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