Roma, Monchi: «Malcom era nostro, stiamo pensando di fare causa al Bordeaux»

Il ds giallorosso: «È vero che non abbiamo documenti firmati da parte del Bordeaux, ma ho tanti messaggi col presidente e il procuratore che meritano almeno di essere valutatati»

ROMA - "All'interno della società stiamo valutando se possiamo intentare una causa legale con quello che abbiamo in mano. Ancora non lo sappiamo perché è vero che non abbiamo documenti firmati da parte loro ma ho tanti messaggi col presidente e il procuratore che meritano almeno di essere valutatati". È durissimo il ds della Roma, Monchi, in rifermento all'affare Malcom, brasiliano del Bordeaux ceduto al Barcellona per 41 milioni di euro dopo essere stato virtualmente un nuovo giocatore giallorosso. "Quello che è successo è facile da spiegare, complicato da capire - le parole del dirigente spagnolo a Roma Tv -. Ieri pomeriggio avevamo trovato un accordo con il procuratore, il giocatore e il Bordeaux. La trattativa era chiusa, abbiamo avuto il permesso di far sostenere a Malcom le visite mediche e l'autorizzazione per farlo viaggiare a Roma. Lo aspettavamo ieri sera alle 23, eravamo tranquillo e convinti di aver chiuso".

L'INTRIGO - E invece il brasiliano non è mai atterrato. "Mezzora dopo aver trovato l'accordo col Bordeaux mi ha chiamato il presidente del club francese, Stephane Martin, dicendomi che visto che c'erano tante voci sul fatto che la trattativa era fatta per loro era meglio fare un comunicato ufficiale parlando dell'accordo - la ricostruzione di Monchi -. Gli ho detto che per noi non andava bene perché abbiamo il problema di essere quotati in borsa, ma loro hanno insistito e alla fine hanno fatto un tweet annunciando l'accordo, noi quindi siamo stati costretti a fare la stessa comunicazione".

IL RILANCIO - "Per noi era tutto chiuso - ribadisce il ds romanista -, ma un'ora dopo i tweet hanno cominciato a girare voci di un interesse del Barcellona e sono rimasto sorpreso quando mi ha chiamato uno dei procuratori del giocatore dicendomi che il Bordeaux aveva vietato al giocatore di viaggiare. Ho chiamato subito Martin e, con mia sorpresa, mi ha detto che era arrivata un'offerta più alta della nostra da parte del Barcellona avvisandomi anche che se non alzavamo la nostra non avremmo mai potuto prendere Malcom. Gli ho risposto che già avevamo un accordo chiuso, ma lui mi ha detto che non era stato firmato nulla".

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