Benassi: «Nocerino leader. Studio e imparo al Toro»

Il centrocampista ha individuato il modello da seguire: «Posso adattarmi a qualsiasi ruolo per dare il massimo». Il bilancio dopo un mese in granata: «Mi sono integrato alla grande nel nuovo gruppo. E tutti abbiamo tanta voglia di Toro»
TORINO - Uno stimolo per i compagni, un modello in campo. Antonio Nocerino è arrivato nel gruppo Toro da poco più di un mese ma si è conquistato in fretta la stima e l'affetto dei nuovi compagni. Calciatore di esperienza, uomo schietto e sincero, indole da leader e spirito di uno che non si risparmia mai, in allenamento come in partita, Nocerino ha già tacitamente conquistato un ruolo da guida per i più giovani. In particolare di Marco Benassi, che con lui condivide la posizione a centrocampo: «Avere davanti un giocatore come lui è uno stimolo» racconta il diciannovenne, che ha eletto "Noce" come modello a cui guardare. «È arrivato da poco anche lui, ma da subito si è messo a disposizione di tutti. È uno stimolo per me non solo perché abbiamo lo stesso ruolo». Già, il centrocampista campano è una "guida" naturale per il giovane Benassi: in campo comunica in continuazione con i compagni, è il suo modo di mettersi a disposizione della squadra. «Antonio mi aiuta molto - continua Benassi - la sua grande esperienza è un punto di riferimento, cerco sempre di prendere spunto da quello che fa».

La duttilità - L'ex Livorno è comunque un giocatore duttile, che sta raccogliendo con dedizione tutte le indicazioni che Giampiero Ventura gli fornisce. Ed è proprio la versatilità del giovane centrocampista a piacere di più al tecnico, che lo ha già provato con soddisfazione come laterale destro, ruolo che non aveva mai coperto prima d'ora ma per cui sembra davvero tagliato: «Il tecnico sa che mi adatto a qualsiasi ruolo senza nessun problema, cercando sempre di dare il massimo». Il suo primo mese al Toro Benassi lo ha passato al meglio: «Mi sono trovato subito bene, i miei compagni mi hanno aiutato molto ad integrarmi, così come l’allenatore. Decisamente un mese positivo». Forse è per questo che il neo acquisto sembra quasi uno della "vecchia guardia". E il segreto di questa intesa perfetta lui lo spiega così: «Cerco di lavorare tutti i giorni con tanta umiltà. So che sono all'inizio e devo crescere e migliorare ancora tanto, sono contento di lavorare con un tecnico che mi insegna ogni giorno tantissimo. Credo che il segreto sia semplicemente lavorare a testa bassa».

Testardo umile - In fondo, come lui stesso ammette, uno dei suoi pregi è «lavorare con umiltà e tenere sempre i piedi per terra», mentre quello che lui considera un suo difetto, ma forse a volte si può trasformare in pregio, è l'essere «testardo». Una caratteristica, che se usata con cautela può sempre tornare utile, specie in Coppa. «Il debutto contro il Brommapojkarna è sembrato facile, ma non è stato così: loro si sono chiusi molto, in particolare all'inizio. Ma noi siamo stati bravi a trovare le giocate giuste e a fare male quando era il momento giusto». Un atteggiamento che dovrà ripetersi anche giovedì per la gara di ritorno, in una cornice che sarà colorata da oltre 20 mila tifosi granata già in possesso del biglietto: «Respiriamo anche noi la stessa voglia di Toro che hanno i tifosi: avere il loro appoggio sarà fondamentale. Sono rimasto colpito dal loro calore sia qui sia in Svezia, ci regalano molti stimoli: per fare bene e per dar loro gioia. Adesso affrontiamo questa partita per confermare il risultato e soprattutto per trovare sempre di più le nostre giocate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...