Toro, esclusivo Calleri: «Nel derby serve l'impresa»

Parla l’ultimo presidente granata che è riuscito a battere la Juve 19 anni fa: «Serve l’impresa straordinaria, ma nel calcio... E in Europa passiamo il turno. Giovinco a gennaio un affare»
TORINO - Padrone del Toro tra il 1994 e il 1997, adesso Gianmarco Calleri risiede a Montecarlo. Non ha smesso di seguire il calcio, però in televisione.

Presidente buongiorno! Scusi la domanda diretta. Ma dov’è finito?
«Eh, mi sono ritirato! Del resto lo avevo annunciato quando me ne andai. Seguo il calcio come prima perché resta la mia grande passione ma non più da protagonista, come negli Anni 80/90 quando sono stato presidente della Lazio e del Torino, bensì da spettatore ».

Qual è la squadra migliore in A e qual è il campione?
«A me piace essere onesto per cui devo dire e ammettere che la Juventus è la squadra più forte. Non c’è ombra di dubbio. Era una grande squadra con Conte, continua a esserlo con Allegri per cui a prescindere dagli allenatori la rosa della Juventus è la più forte in assoluto. I risultati sono gli stessi. Bravi Conte e Allegri ma supportati da giocatori forti. Tra l’altro hanno la possibilità di sfruttare un giocatore come Tevez che reputo semplicemente formidabile: è il più forte attaccante della serie A. Almeno per me. E poi nella Juve gioca questo ragazzo, Pogba, che nel suo ruolo è il più forte in Europa».

Arriviamo al Torino. Tra quello dell’anno scorso e quello di questa stagione cosa si sente di dire?
«Gli allenatori devono essere bravi perché se non lo sono diventano un danno letale. Però in campo non ci vanno loro ma i giocatori. L’anno scorso il Toro aveva Cerci e Immobile che facevano la differenza. Mancando loro due la squadra non può essere allo stesso livello. Ventura è bravo ma non è un mago»

Nel mercato di gennaio il Toro dovrà rinforzarsi e si parla con insistenza di Giovinco. Secondo lei, che mastica calcio da sempre, lui può essere l’uomo giusto per il Torino?
«Sicuramente sì, è un grande giocatore. Magari il Toro riuscisse a prenderlo: è uno dei pochi giocatori che in campo riescono ancora a fare la differenza. Nella Juventus non gioca solo perché ha davanti dei fenomeni, solo per questo gioca poco. Mica perché è scarso».

Ora la Lazio e il Torino sono in mano a due proprietari con personalità. Cosa pensa di loro?
«Lotito a prescindere da quello che è il suo personaggio, un po’ stravagante, diciamo che ha fatto benissimo con la Lazio. Anche se sabato sera ha perso in modo netto ha una buonissima squadra e in generale ha realizzato un buon lavoro. Gli faccio i complimenti anche per le persone che ha scelto come consiglieri. Lo steso vale per Cairo, credo che abbia lavorato abbastanza bene in questi anni anche se ora ha perso Immobile e Cerci. E’ stato bravo a comprarli quando nessuno credeva in loro e anche a venderli perché bisogna anche pensare ai bilanci».

Domenica il Torino affronterà il derby a casa della Juventus. L’ultima vittoria risale al 1995, con lei presidente. Cosa ricorda di quella serata?
«Beh, ricordo che quella stagione 94/95 i derby li vincemmo tutti e due e nel primo alla fine l’arbitro ci ha provato, nel senso che ha dato un rigore alla Juventus ma il nostro portiere l’ha parato. E’ la verità, ci ha proprio provato».

Ma questo Toro cosa deve fare per battere una Juventus così forte?

«Diciamo che deve succedere un miracolo. Il Torino dovrà cercare più che altro di non perdere. Se la Juventus gioca sui suoi livelli il risultato è scontato ma nel calcio per fortuna non si può mai dire, chissà che non succeda qualcosa di imprevedibile».

Prima del derby il Toro giovedì sera affronterà il Bruges in Europa League. Cosa prevede?
«Ci sta che in una partita così particolare com’è stata l’ultima in Finlandia uno incappi in una serata storta. Ma io sono fiducioso per queste ultime due partite del girone, io dico che il Toro ce la farà a superare il turno».



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