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MILANO - Torre di Maxi, colpo di testa sotto misura di Moretti. L’apoteosi granata si consuma a dieci secondi dalla fine. Un gol che ha rotto un sortilegio: era dal 14 febbraio 1988 che il Toro non sbancava San Siro (rigore di Cravero). Una rete che entrerà nella storia di questo campionato, arrivata al termine di una gara gagliarda della squadra di Ventura che mai ha rischiato di perdere e che, alla fine, ha costruito l’azione del golpe. «Non ci speravo neanche più, questa vittoria è il giusto merito di quanto abbiamo fatto. Quando si corre e si lotta tutti insieme, è giusto che arrivino i risultati - spiega il difensore, al 4° gol in carriera in serie A - questa vittoria certifica che, quando la squadra può lavorare con tranquillità, i risultati arrivano».
COLPO MAXI - Chiave del match l’ingresso di Maxi Lopez. L’argentino ha dato un po’ di pepe pure alle ripartenze perché Quagliarella aveva finalmente un partner all’altezza della situazione, in grado di tenere su la palla, difenderla e rendere più corposi gli assalti granata. Il Toro ha creato pure un paio di occasioni con Molinaro e Benassi mantenendo ugualmente solidità in difesa. E l’Inter? Eccezion fatta per un tiro cross di Palacio non raccolto da Shaqiri e di una sterile supremazia territoriale, non ha combinato granché. Per Mancini 1 punti in due giornate con un calendario sulla carta favorevole: di questo passo, i nerazzurri la zona Champions la vedranno col binocolo. I primi a rendersene conto sono i tifosi che, alla fine della partita hanno sonoramente fischiato la squadra mentre Thohir e Moratti in tribuna assistevano atterriti allo spettacolo desolante.
ANDREOLLI E D'AMBROSIO KO - Nessuno si è proprio divertito nei primi 45' in cui, fatta eccezione per una parata di Padelli su Podolski (13'), per un colpo di testa a lato di Icardi su cross di D’Ambrosio (minuto 39) e di un paio di ripartenze interessanti sprecate dal Torino, si è visto ben poco. Colpa dell’atteggiamento bloccato di entrambe le squadre: gli interisti non si buttavano negli spazi, mentre i granata avevano Darmian e Molinaro troppo bassi per ripartire. Unica notizia l’infortunio di Andreolli, stramazzato a terra al 42' dopo aver sentito una fitta alla coscia sinistra: gli esami strumentali certificheranno l’entità del danno muscolare ma, vista la dinamica dell’azione, appare scontato che si tratti di uno stiramento al flessore. Nella ripresa la stessa fine l’ha fatta D’Ambrosio: anche per lui, si teme per uno stiramento.
© RIPRODUZIONE RISERVATACOLPO MAXI - Chiave del match l’ingresso di Maxi Lopez. L’argentino ha dato un po’ di pepe pure alle ripartenze perché Quagliarella aveva finalmente un partner all’altezza della situazione, in grado di tenere su la palla, difenderla e rendere più corposi gli assalti granata. Il Toro ha creato pure un paio di occasioni con Molinaro e Benassi mantenendo ugualmente solidità in difesa. E l’Inter? Eccezion fatta per un tiro cross di Palacio non raccolto da Shaqiri e di una sterile supremazia territoriale, non ha combinato granché. Per Mancini 1 punti in due giornate con un calendario sulla carta favorevole: di questo passo, i nerazzurri la zona Champions la vedranno col binocolo. I primi a rendersene conto sono i tifosi che, alla fine della partita hanno sonoramente fischiato la squadra mentre Thohir e Moratti in tribuna assistevano atterriti allo spettacolo desolante.
ANDREOLLI E D'AMBROSIO KO - Nessuno si è proprio divertito nei primi 45' in cui, fatta eccezione per una parata di Padelli su Podolski (13'), per un colpo di testa a lato di Icardi su cross di D’Ambrosio (minuto 39) e di un paio di ripartenze interessanti sprecate dal Torino, si è visto ben poco. Colpa dell’atteggiamento bloccato di entrambe le squadre: gli interisti non si buttavano negli spazi, mentre i granata avevano Darmian e Molinaro troppo bassi per ripartire. Unica notizia l’infortunio di Andreolli, stramazzato a terra al 42' dopo aver sentito una fitta alla coscia sinistra: gli esami strumentali certificheranno l’entità del danno muscolare ma, vista la dinamica dell’azione, appare scontato che si tratti di uno stiramento al flessore. Nella ripresa la stessa fine l’ha fatta D’Ambrosio: anche per lui, si teme per uno stiramento.
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