Glik: «Torino mio, io resto. Che orgoglio la fascia»

«Di recente ho detto al ds che non vado da nessuna parte Ho un contratto, sto bene: in estate penseremo al futuro»
TORINO - Kamil Glik è il “bomber” d’Europa nella categoria difensori goleador. Ha la media realizzativa più alta e a quota 6 vede addirittura il “Bello di notte” Zibì Boniek, suo connazionale e presidente federale, che nella stagione 1985-1986 con la Roma segnò 7 reti in Serie A, il suo massimo in un anno. Ma l’ex giallorosso ed ex della Juventus era un attaccante, seppure sui generis. Il Muro Biondo, invece, è un centrale che nel Torino di Giampiero Ventura ha scoperto la vocazione della proiezione avanzata. Ok, prima non prenderle, poi darle. Così, capita che i tifosi granata esultino per una sua entrata spettacolare in area su Gonzalo Higuain e poi non stiano più nella pelle per il suo sigillo vincente di testa a battere Andujar. Ormai un classico (sono 5). Il Toro in un Glik. Glik e sei in Paradiso. Basta un Glik per segnare e sognare. Il cognome aiuta allo stadio la Maratona urlante e nei titoli. In una lunga intervista a Super Express, in Polonia, si confessa tra la gioia del momento, l’ambizione che trascina il gruppo e il futuro.
Kamil Glik, come ci si sente a essere il difensore più efficace d’Europa? «E’ una grande soddisfazione. Il mio obiettivo, però, è dare sempre di più e soprattutto portare punti alla squadra». 

IL RECORD - Stando alle statistiche, può diventare il recordman del ruolo in Serie A per realizzazioni in una sola stagione. E poi potrebbe mettere all’angolo il presidente Zbigniew Boniek (sette gol con la Roma, come detto). «Su Twitter ho notato che si dibatteva della questione, che era un tema caldo, eh (sorride, ndr). In realtà, a essere sinceri, ho già avuto la possibilità di superare il presidente. Non ho sfruttato al meglio le occasioni avute contro Cagliari e Sampdoria. Altrimenti sarei già in doppia cifra. Ma è caccia al record del presidente, sì».

TERZA MIGLIOR DIFESA - Adesso gli avversari la terranno d’occhio, no? «Certo. E ne sono consapevole. Sto acquisendo sensazioni migliori, sono più determinato in area di rigore. E sono orgoglioso di tutta la squadra. Da 12 partite non perdiamo più. Stiamo giocando alla grande sia in Serie A sia in Europa League. E abbiamo la terza difesa del campionato italiano».
Questa è la sua miglior stagione della carriera? «Credo di sì. E spero vada sempre meglio. Ora sono nel fiore degli anni, il momento clou per un calciatore è tra i 27 e i 29 anni, soprattutto i difensori in questo arco di tempo raggiungono il top nelle prestazioni».

MIGLIORAMENTI - In quale situazione di gioco pensa di essere cresciuto maggiormente? «La Serie A è esigente. Qui non è sufficiente buttare la palla, devi essere in grado di costruire il gioco. E così ho imparato a muovermi in campo, a passare la palla in modo corretto».

ESSERE IL CAPITANO - Lei è il capitano del Torino: cosa significa? «Sicuramente è un ruolo più importante rispetto a come viene sentito in Polonia: è qualcosa di completamente diverso. Non è semplicemente indossare un pezzo di stoffa sulla spalla. I tifosi ti chiedono tanto, non è facile essere all’altezza del compito. Ma vedo che qui hanno fiducia in me. Sono il primo straniero della storia granata a ricevere questo onore».

«IO RESTO!» - Quali sono i suoi obiettivi? Il Toro è un club per certi versi leggendario ma vorrebbe andare in una big d’Europa? «Non lo so. Di recente, ho detto al direttore sportivo (Gianluca Petrachi, ndr) che non mi muovo, che non vado da nessuna parte. Ho un contratto con il Toro per due stagioni. E nella pausa estiva penseremo a cosa fare dopo». Qui si inserisce il suo agente Jaroslaw Kolakowski. Il valore del ragazzo è passato da un milione al tempo del Palermo agli 8-10 di adesso. «Le richieste in questi ultimi anni non sono mancate. Ma non c’è fretta. Kamil sta molto bene a Torino. Il club e il giocatore possono crescere ancora parecchio», le sue parole che faranno piacere ai tifosi granata. Insomma, c’è tempo per spiccare eventualmente il volo verso altri lidi. Come consiglia anche Radoslaw Matusiak, ex attaccante rosanero: «Kamil è forte e coraggioso, e gioca la palla. Poi possiede un grande scatto, lo esegue perfettamente. A Torino si sente grande. In un altro luogo potrebbe non provare a di simile». Infine, il pensiero di Zibì Boniek: «Kamil è maturato e questa parte di annata è sensazionale, ha perso peso e guadagnato massa muscolare. Il suo futuro in un grande club? Non sarebbe una scelta facile: è il capitano del Toro, il primo straniero, ha un contratto e per di più a Torino è felice e rispettato. E la squadra per vincere un trofeo ce l’ha: la Polonia»

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