Maxi Lopez, la scintilla per accendere la miccia del Toro

Gli è bastato un quarto d’ora per far tremare lo Zenit: al ritorno può spingere all’impresa
TORINO - C’è un talismano a cui il Toro si affiderà per cercare di gelare lo Zenit nella gara di ritorno di giovedì notte e risponde al nome di Maxi Lopez. Già, proprio lui, l’argentino che quasi da solo, grazie al suo fiuto e la sua concretezza, nei sedicesimi di finale riuscì a rifilare tre gol all’Atheltic Bilbao: doppietta all’andata, gol di rapina di piede e inzuccata vincente, rete al ritorno con ancora un colpo di testa preciso. Dopo averlo tenuto in panchina per gran parte della gara in Russia, dove la partita prima dell’ingenuità di Benassi aveva un contesto tattico che potenzialmente avrebbe potuto premiare la velocità negli spazi di Martinez, nella sfida di ritorno Ventura punterà se non tutto comunque molto su questo argentino entrato nel gruppo granata nel migliore dei modi: profilo basso, massima disponibilità a prescindere dal minutaggio a disposizione, e grande abilità nel difendere la palla a centrocampo per far salire la squadra così come in area di rigore dove ha dimostrato di saper fare male con diverse armi. E anche contro lo Zenit, nei minuti finali in cui è stato impiegato al posto di un Quagliarella sfinito per l’isolamento con cui ha dovuto convivere a causa dell’inferiorità numerica, il sudamericano si è subito fatto notare per due giocate che sono diventate grattacapi per la retroguardia biancoblu: prima una sponda perfetta per Farnerud, sprecata dallo svedese poco prima del limite con un tiro spedito malamente a lato e poi un controllo areo con tentativo di tiro al volo contrastato con abilità da Garay che altrimenti avrebbe significato un pericolo vero per il portiere.

CARICA DA PAURA - Dunque anche giovedì sera servirà il miglior Maxi Lopez contro i campioni dello Zenit per provare a ribaltare una situazione molto complicata. Ma la sensazione che si è ricavato parlando con il bomber negli spogliatoi dello stadio Petrovskij subito dopo la sconfitta è che il ragazzo sia stimolato dall’idea di provare a firmare l’impresa insieme al suo Toro. Non è affatto spaventato da questa idea e in fondo, a pensarci bene, dopo la sconfitta netta ma non definitiva, determinata soprattutto dall’imprevisto dell’espulsione di Benassi dopo mezzora, in cui la squadra di Villas Boas aveva creato una sola azione pericolosa sulla quale Padelli si era salvato con freddezza a tu per tu con Rondon, il Toro non ha più a da perdere. E allora conterà, dal primo minuto, scendere in campo con la grinta e la determinazione di chi non conosce teme la brutta figura.

UN TRASCINATORE - E in questo senso Maxi Lopez non è solo un talismano ma molto di più. Infatti è diventato un leader, capace di trasmettere grinta e determinazione anche ai compagni dopo che ne hanno apprezzato la capacità di leggere la partita e aiutare la truppa. Già, perchè Maxi Lopez non è il classico attaccante egoista da area di rigore, che si piazza dalle parti del dischetto in attesa del pallone da spedire in rete per prendersi la gloria: il numero 11 si sbatte mica poco e cerca di dare una mano anche quando si tratta di rompere le scatole ai difensori avversari che impostano l’azione. Inevitabile, in ogni caso, che il duello di giovedì sera il Torino debba cominciare a vincerlo nello spogliatoio, prima della partita, quando sarà fondamentale essere convinti che l’impresa è alla portata. Scontato che dal primo minuto Ventura metterà subito le due punte tecnicamente migliori a disposizione, Maxi Lopez e Quagliarella perché quella con lo Zenit sarà una sfida in cui il Torino non potrà permettersi di sbagliare niente e di conseguenza non bisognerà lasciare a al caso. Ed è anche per questa ragione che almeno uno dei due attaccanti ,se non entrambi, vengano risparmiati per la sfida di lunedì sera contro la Lazio, dove potrebbe trovare invece spazio il duo inedito Amauri-Martinez.

PAROLE PESANTI
- Un Toro quindi sempre di più nel segno di Maxi Lopez quello che proverà a rovesciare il pronostico con lo Zenit, con il sudamericano in grado di trasmettere fiducia e serenità ai meno abituati alle competizioni internazionali. Il suo passato nel Barcellona conta, la sua abitudine a giocare gare in cui la posta vale molto di più di tre punti è un qualcosa che lo carica a mille come peraltro ha dichiarato lui stesso alla stampa dopo la sconfitta russa. E allora il lavoro di persuasione nei confronti dei compagni, soprattutto i più giovani e i meno abituati a questo tipo di emozioni, è già iniziata da parte sua. Non ne avrà bisogno ovviamente Kamil Glik, che nel suo profilo facebook ha postato “0-2: non gettiamo le armi. Rivincita la prossima settimana”. Ecco, se giovedì scenderanno in undici così convinti, chi andrà allo stadio vedrà qualcosa di interessante a prescindere da chi si guadagnerà l’accesso ai quarti di finale. Non basterà essere i più forti a giocare a calcio, bisognerà esserlo anche nel carattere. E chissà che il tifo della Maratona non riesca nella spinta decisiva. Anche Maxi Lopez ci crede.

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