Torino, con chi vai a… 2000?

I granata aspettano la Juventus dopo aver segnato in casa 1999 gol. E Quagliarella è carico, a un passo dal record personale di 13 reti
TORINO - Il Torino lo sa. Il Torino lo sa ma fa finta di niente. Perché certi argomenti è meglio evitarli o comunque non frequentarli pubblicamente. Perché nel calcio, come nello sport, la scaramanzia è come quei parenti non esattamente simpatici che si spera sempre di non incrociare. E veniamo al fatto, o meglio al dato che potrebbe tradursi in fatto se Gigi Buffon, domenica, dovesse compiere lo stesso gesto di Marco Storari all’andata, ovvero raccogliere il pallone in fondo alla rete. Dunque il Torino, nella sua storia in serie A, ha segnato in casa, ovvero ha fatto esultare il popolo granata, 1999 volte. Proprio così 1999! Ancora un gol e sfonderà il muro dei duemila.

Dietro l’angolo - Dietro l’angolo c’è dunque un appuntamento con la storia per i calciatori di Giampiero Ventura che in questa stagione hanno già fatto e dato molto più di quanto ci si potesse aspettare: centrare gli ottavi di finale di Europa League, essere ancora in corsa per ritrovare la Coppa nonostante le 14 partite in più giocate in campo internazionale e avere due punti in più rispetto alla scorsa stagione. Ma non è finita qui. Perché come più volte hanno detto a ruota tutti i granata, con il tecnico in testa, c’è un derby da sfatare. Un primo tabù è stato infranto proprio all’andata, allo Juventus Stadium, quando il Torino riuscì a segnare dopo quasi 13 anni alla squadra bianconera grazie a uno dei gol più belli visti mai segnare da un giocatore del Torino: Bruno Peres che prende palla davanti alla propria area e, dopo una volata di quasi 80 metri sulla fascia destra in cui ha saputo seminare un paio di juventini, scaglia un diagonale sul palo lontano che fa da sponda per vedere poi la sfera entrare in porta. Un gol epico per due ragioni: il tempo d’attesa e la fattura. Due situazioni eccezionali che infatti hanno avuto il potere di mandare in confusione la Juventus, capace di resistere anche con fortuna ai colpi di un Toro che dopo aver sprecato un paio di colpi del ko lo subisce all’ultimo secondo con un tiro chirurgico di Pirlo.

Questione di autostima - Si riparte dunque da quella partita per cercare con più forza, più autostima e maturità, grazie alle imprese compiute per esempio fuori dal confine, come la vittoria al San Mames, mai riuscita prima a una squadra italiana, la vittoria sulla prima della classe. Tra coloro che proveranno a mettere la firma sul gol granata casalingo numero 2000 sicuramente Kamil Glik, che spera di vedere la sua squadra battere una cinquantina di corner... e Fabio Quagliarella, cresciuto nelle giovanili toriniste, un passato anche nella Juventus e ora un ct azzurro da convincere a suon di prodezze. E’ carico il bomber di Ventura che si trova, con 12 gol, a un passo dal proprio record personale. Il suo piede caldo gli ha permesso nelle ultime tre partite di esultare due volte: a Bergamo grazie a una punizione bomba da 20 metri e domenica a Reggio Emilia contro il Sassuolo grazie a un rigore trasformato con freddezza per il pareggio.

La storia dice - Dunque quando i granata domenica scenderanno in campo incroceranno lo sguardo senza parlare di chi potrà essere mister 2000. La storia dice che i campionissimi spesso ci mettono la firma sui gol “tondi”: un certo Paolino Pulici, per esempio, ha firmato il gol interno numero 1300 e 1400. Ma a volte anche gli autogol possono entrare nella storia, come quello del genoano Caricola, gol numero 1700 o del barese Ricci per la rete numero 1800. Ma è inutile fare troppe previsioni perché, si sa, il gol è un qualcosa che non sempre nasce dalla perfezione di chi lo cerca, richiede sempre un’imperfezione da chi prova a evitarlo. E allora merita spazio la frase di quel genio della rappresentazione di idee non scontate che era Pier Paolo Pasolini: «Ci sono nel calcio momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del goal. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica». Domenica il Toro quando entrerà in campo suderà, correrà, lotterà anche e soprattutto per questo. Per far sì che l’imprevisto trovi la forma e la forza per nascere sotto la forma di un gol. Del gol numero 2000: per conservare il vantaggio di 2 punti sul rendimento della scorsa stagione e tornare a vincere dopo 20 anni. Un derby granata che gira intorno al numero 2: nessun granata lo porta sulla maglia. Ma con un piccolo sforzo i due uno che compaiono sulla schiena di Maxi Lopez fanno...

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