Il mondo del Toro perdona Padelli

Il portiere chiede scusa a tutto lo stadio e tutto lo stadio risponde con gli applausi: l’umanità dell’errore impone il perdono
FOTO Torino-Empoli 0-1: papera di Padelli che chiede scusa
TORINO - Il popolo granata comprende. E lo perdona: il modo migliore per provare a mitigare il pomeriggio nero di Daniele Padelli. Nemmeno tre minuti, Emiliano Moretti opta, sul pressing in avvio dell’Empoli, per il retropassaggio: un automatismo testato centinaia di volte, tra allenamenti e partite. Ma stavolta qualcosa va storto: Padelli, portiere che ha dimostrato abilità con entrambi i piedi, tenta il rinvio di prima con il sinistro, viene fuori un mezzo liscio, il pallone rotola nella porta granata, l’Olimpico sussulta incredulo. Il numero 30 è congelato, nonostante i 30 gradi sotto al sole torinese, i compagni quasi non ci credono. E subito si dirigono dall’uomo in nero, per consolarlo. Padelli chiede scusa a tutto lo stadio e tutto lo stadio risponde con gli applausi: l’umanità dell’errore impone il perdono.

Otto mesi dopo
Se questo autogol sarà decisivo, in negativo, nella corsa granata all’Europa, lo diranno soltanto le prossime quattro partite. Di sicuro un errore tanto vistoso rischia sempre di condizionare anche il professionista più solido mentalmente. Eppure adesso Padelli sembra diverso rispetto a quello che a Cagliari, su un altro rinvio sbilenco, offrì l’assist a Cossu: allora - forse anche per la presenza di Jean Francois Gillet - perse serenità, ora invece appare disperato per il grave sbaglio, eppure consapevole dell’imponderabilità di un “incidente” del genere. Del resto è Giampiero Ventura che si prende un rischio consapevole, dal 2011: la ricerca del gioco attraverso il giropalla prolungato, a coinvolgere pure il portiere che è chiamato a un rinvio ponderato, non sparacchiato come capita. Il pericolo di incappare nella gaffe è concreto, ma la consapevolezza di rischiare non affievolisce il dispiacere. Padelli chiede scusa e viene sostenuto da tutto lo stadio, anche all’intervallo e quando esce dal campo, a fine partita. Durante la sfida, il pubblico non può tuttavia fare a meno, d’istinto, di rumoreggiare a ogni retropassaggio, trattenendo il fiato. Ma il diktat tecnico prevede tale strategia, preferibilmente con il rilancio di prima. Tuttavia dopo la svista, il portiere granata non ha più la spensieratezza per liberarsi del pallone con un tocco solo: ecco allora lo stop di destro e il calcio di sinistro o viceversa, a causa della naturale insicurezza che deriva da un “infortunio” così.[...]

Reagire
Ventura lo definisce «un errore pesante e mi dispiace per Daniele» ed è effettivamente così. Ma non avrebbe senso gettare la croce sul portiere, soprattutto in una partita che, con altri 90 minuti davanti dopo il fattaccio, poteva essere ribaltata dato che il tempo non mancava. Tant’è, Padelli è chiamato a reagire di testa, dimostrando di aver archiviato lo sbaglio in fretta. Non come è successo a settembre, quando il numero 30 si era avvolto in una spirale di insicurezza che lo aveva costretto al ruolo di riserva fino a gennaio. Adesso il Torino ha troppo bisogno del Padelli degli ultimi mesi: sicuro, preciso, a volte decisivo. I tifosi dell’Olimpico lo hanno subito capito.

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