Leo Junior: «Avrei giocato volentieri con Maxi nel Toro»

Il brasiliano: «Non c’è un Toro vero o uno falso: contano soltanto i valori. Mai bello mischiare il tempo, ma giocare con l'argentino...»
TORINO - «Tre anni, ma molto intensi», durante i quali Leo Junior è riuscito a entrare nel profondo dell’animo granata. Grande da calciatore, eccezionale come persona: per questo la Torino del Toro lo ha sempre amato. E mai dimenticato. La visita a Tuttosport è l’occasione per rispolverare il passato, giudicare il presente, affrontare il futuro. Rigorosamente granata.

Leo, che effetto fa tornare a Torino?
«Sempre speciale. E’ una città che è nel cuore mio e della mia famiglia. Sono stato poco tempo, solo tre anni. Ma il ricordo è indelebile e l’emozione sempre forte».

Come giudica la stagione del Toro?
«Quest’anno hanno ritrovato la fiducia. E soprattutto ho rivisto la grinta. La squadra si è resa conto di avere le capacità e le forze per ottenere risultati: questo tipo di consapevolezza è fondamentale. E’ importantissimo. Non conosco come funzioni la società, posso parlare dei miei tempi: avevamo la mentalità di investire sui giovanissimi, ora un po’ tutte le società italiane hanno lasciato da parte il settore giovanile. E’ un peccato. Non c’è molta coerenza: se sei in un momento di crisi, se non hai soldi per investire, allora devi ripartire dai ragazzi. Così puoi fare il salto di qualità. Lo dico guardando da fuori, non so cosa pensino i dirigenti».

Le piace il gioco di Ventura?
«Nello spirito mi piace: i ragazzi hanno capito che maglia indossano».

C’è un giocatore del Torino attuale che trasporterebbe nel suo, quello degli Anni 80?
«Non è mai giusto fare nomi. Però mi sarebbe piaciuto giocare con Maxi Lopez: ecco, lui è uno che la butta dentro, ci avrebbe fatto comodo. Magari nell’84-85...».

Il Toro avrebbe vinto lo scudetto, con Maxi al posto di Schachner...
«No, no: questo lo dite voi, non io...».


C’è rimpianto per quel campionato conquistato dal Verona?
«Bisogna pensare che a inizio stagione ci dicevano che avremmo lottato per la salvezza. E invece... Dopo cinque, sei giornate qualcuno si è accorto che potevamo dire la nostra. Anche all’inizio di questo campionato si diceva che l’obiettivo del Torino era salvarsi: in realtà ha sorpreso positivamente».

Ha goduto alla vittoria granata nel derby?
«Sono arrivato al Maracanã per commentare una partita, perché io adesso lavoro per Rede Globo: un collega mi ha detto “Leo avete vinto il derby!!!”. Io mi sono subito chiesto: ma dopo quanti anni? Sono andato su internet: venti... Ma io non sento questo tipo di rivalità, la lascio un po’ da parte. Ci sono tante cose intorno al derby che fanno male. Ma aver battuto la Juventus è l’ennesima dimostrazione che nel calcio a è scontato». 


Leggi l'articolo completo su

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...