Glik: «E’ maxi Toro. E io ci sto alla grande!»

«A Verona si è visto che siamo pronti in 25 Il contratto? Ora possiamo sederci al tavolo»
Glik: «E’ maxi Toro. E io ci sto alla grande!»© LaPresse

TORINO - Il capitano è quello che aiuta la squadra a uscire dalla tempesta. E a Verona, quando si è scatenato il diluvio, ha guidato il gruppo oltre i pericoli. E tutti insieme, i granata non sono affondati. Anzi. Il capitano ha dato il là alla doppia rimonta, difendendo con i denti e con le unghie, tra duelli rusticani, senza disdegnare le avanzate, sfiorando anche il gol dopo una spizzata di testa di Quagliarella. Ma la torsione in velocità è già stata un miracolo. Poi, il solito baluardo, il leader in scivolata, nel confronto con l’arbitro Irrati che stava rovinando il match, fino al 2-2 finale che non è il massimo ma vale tanto. E tiene gli uomini di Giampiero Ventura alle spalle della capolista Inter.

ROSA ALL'ALTEZZA -  L’analisi di questo inizio di campionato è servita, così, in un flash: «Contro il Frosinone abbiamo sofferto, e loro erano al debutto storico in Serie A. Con la Fiorentina stavamo perdendo, ma siamo riusciti a ribaltare la sfida raccogliendo i tre punti. Sulla gara di Verona, c’è poco da dire: abbiamo fatto quello che potevamo. Ci è mancato qualche giocatore, è vero, ma la rosa è ampia e chi c’è si dimostra all’altezza: tutti pronti e sempre disponibili. Non siamo 11, ma 25». E’ il maxi Toro studiato in estate dal club e dal tecnico, dove il gioco delle coppie è funzionale all’obiettivo; due per ogni ruolo e grande concorrenza interna, tanto che uno come Davide Zappacosta ancora non si è visto all’opera e l’acquisto più oneroso, Andrea Belotti, ha esordito alla terza giornata.

IL RINNOVO - Glik ne parla anche in patria, su Przeglad Sportowy. Si comincia dal rinnovo già accennato anche dal presidente Urbano Cairo, di recente. «Finora non c’è stato ancora il tempo per i colloqui, visti gli impegni pressanti. Adesso possiamo sederci al tavolo. Ho un contratto valido per due anni, ma in vista dell’Europeo il club vuole estendere l’accordo, per sicurezza». La vetrina è importante e di sicuro Kamil sarà esposto, visto che la sua Polonia ha tutte le possibilità di qualificarsi. Così si studia un legame che potrebbe anche portare il difensore a rimanere a lungo in granata, con la maglia che veste con onore dal 2011, dalla Serie B. «Vediamo, fin quando non ho l’offerta specifica non posso commentare. Al giorno d’oggi, poi, se un club ti desidera e offre la cifra chiesta… A Torino io sto benissimo. Per questo non c’è nessuna fretta. Il club è in una situazione finanziaria molto buona. Il presidente non ha voluto smantellare quello che aveva costruito, solo Matteo Darmian è andato via. E gli altri sono rimasti, tutti». Un gruppo unito attorno al suo capitano.

IN TESTA IL TORO - D’altronde, il polacco è rimasto a dispetto delle voci che lo piazzavano ora in Bundesliga, ora in Premier, ora in Turchia. «Le offerte di mercato? Di specifiche non ce n’erano. Però ho saputo dell’interessamento. Ma non sono certo depresso, non piango di notte, anzi dormo benissimo. Mi sono preparato per la stagione, avevo in testa solo quello. Pensavo a lavorare duramente, perché l’estate è l’unico momento in cui puoi ottenere la forma migliore. E ci sono riuscito tenendo il resto fuori dalla mia testa. Altro che pensare a un trasferimento…». Sotto la Mole c’è un nuovo monumento: è Kamil Glik, idolo della gente granata.

LA FELICITA' -  E non immaginatelo con il musone, intento a rimuginare su quello che poteva essere e non è stato. Giammai, perché anche qui, con questi colori si può cercare di vincere, di realizzarsi. «Deluso? Macché. Ho i miei obiettivi e le mie ambizioni. E’ chiaro che quando chiedono di te i grandi club, ti fa piacere. D’altra parte, non sono in cerca della felicità perché sono in un posto dove mi trovo bene, dove sto alla grande. E tutti mi rispettano, qui. So che possiamo disputare una buonissima stagione e vogliamo mantenere il livello attuale». Due vittorie e un pareggio in tre giornate, la Juventus a -6. C’è di che rallegrarsi, ma senza perdere di vista il vero obiettivo: cominciare a stare stabilmente lassù e provare a conquistare qualcosa di concreto, provandoci seriamente con la Coppa Italia, tanto per cominciare.

SIAMO FORTI -  L’estate, alla fine, non è passata invano. «Il Toro dopo il mercato? Si è rafforzato. Il club non ha solo venduto, ha anche fatto acquisti interessanti. Sono arrivati giocatori forti come Belotti e gli altri. E ancora una volta stiamo lottando per l’alta classifica». Che poi è quello che ti stimola a continuare l’avventura, al di là dei contratti e degli ingaggi. E i tifosi apprezzano, eccome se apprezzano.

MADE IN POLONIA -  Per di più, Kamil non è più un totem isolato. In Italia è arrivato anche Jakub Blaszczykowski, l’esterno dal cognome impronunciabile che si aggiunge all’altro “coso”, Wojciech Szczesny, il portiere della Roma. «Ho parlato con Kuba, poi gli sono arrivati i consigli anche di Boruc che ha giocato a Firenze. Un bel club, una bella città e un allenatore bravo che con il 4-3-3 può esaltarlo. Però la Serie A e la Bundesliga sono due mondi diversi. Qua impera la tattica, devi anche essere astuto. I polacchi, comunque, in Italia si fanno onore, i club ci cercano e così ora siamo in tanti».

LA NAZIONALE -  Per Kamil il granata è stata davvero un’escalation incredibile. «Dalla squadra del quartiere alla fascia di capitano, con il Toro e con la Polonia. Un sogno che si avvera, ne sono orgoglioso. Da allora è cambiato molto nella mia vita. Il campionato europeo? Dobbiamo battere una fra Scozia e Irlanda. Il pari è rischioso. Speriamo di chiudere la questione già a Glasgow». Nel mezzo, si diverte con il suo club del cuore, che l’ha fatto crescere, che gli ha aperto le porte della Nazionale e del calcio internazionale con l’Europa League. Non resta che riqualificarsi per riassaporare quell’atmosfera che tanto piace ai combattenti, come Kamil Glik

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