Comotto: «EuroToro con le fasce affollate»

L'ex granata analizza il successo degli esterni di Ventura: «E Zappacosta lavora per entrare negli automatismi»
Comotto: «EuroToro con le fasce affollate»© LaPresse

TORINO - Bruno Peres, Davide Zappacosta, Danilo Avelar - ora fuori per un paio di settimane -, Cristian Molinaro: il Toro sulle fasce ha un poker mai visto in azione. Ma è un po’ tutta la squadra granata che trova l’alter ego, in ogni ruolo. E così si supera anche l’emergenza pesante.

Gianluca Comotto, come giudica gli esterni di Ventura?

«Sono di livello assoluto. Tanti così forti tutti insieme è raro trovarli. Il tecnico vuole le alternative e ha costruito con la società una squadra che ha le pedine ideali e il futuro assicurato, visto che ci sono i giovani. Certo, serve anche la mentalità: non si può pretendere di giocare 38 gare».

Appunto.

«La concorrenza, però, rende più forti, fa grande il gruppo, aiuta e stimola a dare il massimo. Poi, al Toro, con il 3-5-2, se sei bravo anche davanti vai a nozze». Ma il tecnico deve usare il bilancino? «Deve essere un buon gestore di situazioni e sa come spingere ogni giocatore a volare, con la motivazione adeguata. Così, la concorrenza serve a crescere, in ogni senso».

Il giocatore, solitamente, come reagisce?

«Io subito la prendevo male, poi capisci che devi spingerti oltre la soglia, che così migliori».

Qui, uno come Zappacosta, colpo di mercato, aspetta la sua chance.

«Perché i compagni possiedono grande qualità. E quando arrivi in una nuova squadra devi allenarti tanto, e bene, per entrare nei meccanismi che gli altri conoscono a memoria. E comunque, nel calcio moderno, nessuno gioca tutte le partite. Neppure Messi. Devi saperlo accettare».

Da D’Ambrosio a Darmian e appunto Zappacosta: sotto la Mole si lanciano gli esterni?

«Merito di Ventura, merito del sistema di gioco. Sì, l’allenatore è bravo a farli crescere. Se hai una bella gamba, poi, il ruolo diventa anche più “semplice” rispetto a quello della difesa a 4, come interpretazione e tatticamente parlando».

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