Toro, alza il muro conro Eder e Muriel

In 4 partite ha sempre preso gol: deve ritornare il bunker nell’esame più difficile, con la Samp
Toro, alza il muro conro Eder e Muriel© PEGASO NEWSPORT

TORINO - Ritrovare Emiliano Moretti è probabilmente la miglior notizia della settimana per Giampiero Ventura. Il nuovo tentativo di assalto al primo posto - compatibilmente con il risultato dell’Olimpico ma anche con il destino dell’Inter capolista - deve necessariamente passare dal recupero di una peculiarità fondamentale dei granata. Serve il bunker, segno distintivo del percorso venturiano al Toro fin dalla prima stagione, quella della serie B e dell’apparentemente spregiudicato 4-2-4. Nel frattempo sono cambiati sistemi di gioco, interpreti, categorie, aspirazioni e aspettative, tuttavia il filo conduttore indissolubile è caratterizzato dalla tenuta stagna dell’impianto difensivo. Non si tratta solo di difesa in quanto reparto, bensì di perfezione e fluidità nel movimento e nell’efficacia della fase difensiva, a cominciare dal prezioso lavoro dell’attacco. L’inizio di stagione granata è caratterizzato da un’inversione di tendenza: il Torino sta trovando il gol con notevole continuità, ottenendo risultati esaltanti dato che è ancora imbattuto dopo quattro sfide ufficiali tra campionato e Coppa Italia. Al tempo stesso però i ragazzi di Ventura hanno sempre dovuto rincorrere gli avversari: è una costante che non abbandona il Toro da agosto, da quando il Pescara in Coppa aveva messo paura all’Olimpico prima della dilagante rimonta con sorpasso granata. E’ andata così anche a Frosinone, in casa contro i viola di Paulo Sousa e a Verona con la formazione di Mandorlini. Insomma il Toro deve prendere uno schiaffo prima di reagire e diventare indomabile: è un “vizietto” pericoloso che può diventare esiziale davanti a una squadra come la Sampdoria, che vanta il miglior attacco del campionato dopo tre giornate a quota 9 reti. Ecco perché Ventura ha bisogno assoluto di rialzare il muro davanti a Padelli. Ed ecco perché recuperare almeno Moretti diventa di fondamentale importanza in un impianto difensivo che ha già perso nelle scorse settimane uno dei suoi interpreti migliori: Nikola Maksimovic. Ma almeno il tecnico granata non deve più affrontare un’emergenza totale che aveva ad esempio portato Cristian Molinaro - fino all’infortunio di Danilo Avelar - ad agire in qualità di centrale mancino al Bentegodi. L’assenza del serbo verrà verosimilmente tamponata dall’utilizzo di Cesare Bovo oggi pomeriggio. Ventura così ha la possibilità di ripartire da un trio arretrato maggiormente collaudato di fronte, appunto, a un attacco esplosivo e particolarmente mobile, in grado di non fornire punti di riferimento e di poter colpire in qualsiasi modo e in qualsiasi momento. Eder è la stella, Muriel - inseguito in passato proprio dal Toro - non è più l’oggetto misterioso di qualche tempo fa, ma una certezza assoluta. E la presenza di Soriano che sa spingersi tra le linee rende ancora più complicato il compito granata di decodificare la strategia doriana, senza dimenticare alternative di notevole spessore come Correa e Cassano: risulta evidente quanto sarebbe rischioso finire per l’ennesima volta - sarebbe la quinta - in svantaggio contro una squadra con così tante armi offensive e una propensione a trovare con apparente facilità la strada del gol, senza peraltro trovarsi in eccessiva difficoltà nella fase di copertura. Finora i ragazzi di Ventura ne sono sempre usciti brillantemente. Anche a Verona, dove con un pizzico di fortuna in più e qualche svista arbitrale i meno sarebbero potuti arrivare anche tre punti rocamboleschi. In ogni caso il Torino ha dimostrato di avere la forza per tirare fuori imprese clamorose. Ora tuttavia Ventura si attende comprensibilmente un ulteriore salto di qualità nella capacità granata di assorbire l’aggressività avversaria in avvio e una superiore maturità nell’approccio al match. Si tratta di dettagli, a maggior ragione considerando che il Torino non aveva un avvio tanto brillante da oltre 20 anni. Ma la ricerca di una crescita costante passa anche dal perfezionamento di meccanismi già oliati: serve, appunto, un ritorno al passato per rilanciare il futuro e per piegare una rivale diretta per un posto in Europa come la Sampdoria.

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