TORINO - Il Torino vola e piace. Mica poco. Perchè solitamente chi vince risulta antipatico, altro che applausi e riconoscimenti dagli avversari. L’Italia, poi, in questo senso fa scuola, anche se non rappresenta certo un’eccezione perché tutto il mondo è Paese. Allargando il campo, la recente vicenda Volkswagen docet... Ma tornando al mondo del calcio, ecco che i consensi per granata sono legati solo in parte al gioco che esprimono. L’altra ragione, probabilmente più profonda, va ricercata nel fatto che il Toro è una delle rare squadre che si affida prevalentemente a giocatori italiani. La prova lampante l’ha regalata questo ultimo turno di campionato, con Inter e Fiorentina, ora appaiate in testa alla classifica, che si sono affrontate al Meazza scendendo in campo con appena due italiani titolari, Santon da una parte e Astori dall’altra!
I granata, invece, piazzati in classifica dietro la coppia regina, per battere il Palermo vedevano nell’undici iniziale 9 giocatori made in Italy: Glik e Maxi Lopez gli stranieri intrusi. Un particolare che farà piacere ad Antonio Conte, ultimo ct in ordine di tempo a doversi confrontare con una serie A che invece di essere un serbatoio da cui attingere, assomiglia sempre più a un tristissimo deserto. Dunque l’oasi granata è da preservare e curare, non a caso Cesare Prandelli, che questo problema l’ha vissuto sull’attuale panchina di Conte, applaude convinto il progetto Toro.