Boosta: «Toro per giovani perché autentico»

Il fondatore dei Subsonica: «I ragazzi amano le cose vere e se vedi la nostra squadra percepisci che non è un bluff»
Boosta: «Toro per giovani perché autentico»© ANSA

TORINO - Boosta, come tifoso granata vive sereno oppure teme di svegliarsi da un momento all’altro e capire che era soltanto un sogno... Che il Toro così in alto, a più otto sulla Juventus, non esiste. «Diciamo che il sabaudo vola sempre basso. E’ tranquillo. La mia speranza è quella di continuare a dormire e non aprire gli occhi. Questa realtà è bellissima...».

Come spiega il Torino così forte? Sabato sera, se i granata dovessero battere il Carpi fuori casa, seppur per una notte, sarebbero in testa alla classifica in attesa dei risultati di Inter e Fiorentina...
«Direi che si stanno concretizzando quelle idee più volte esibite dai dirigenti del Torino che si basavano su un termine: programmazione. E’ questo il plusvalore, che diventa particolarmente efficace grazie a quel meraviglioso assunto per cui 1+1= maggiore di 2, non soltanto 2. Perché quando un gruppo funziona, quando ci si sente tutti parte integranti di un team, ognuno offre un contributo più rilevante di ciò che sarebbe in grado di realizzare da solo. È un dato scientifico cognitivo».

Cosa le fa venire in mente il Torino che viaggia così in alto?
«Non è difficile rispondere, una passione che mi sta accompagnando sempre di più: ed è quella del volo. Ho già preso un brevetto che mi permette di pilotare certi tipi di aerei. Ma non mi basta. Studio per ottenere la licenza di volo superiore, quella che mi consentirebbe di pilotare anche i voli di linea».



Il viaggio più lungo che ha vissuto da protagonista alla cloche qual è stato?
«Da Biella in Croazia insieme ad altre tre persone».

Il Toro che punta la vetta della classifica sta regalando emozioni che da tempo non le faceva provare. Le sensazioni più forti in volo, invece, quali sono?
«È bellissimo per due motivi. E’ un po’ come fare arti marziali senza il rischio di prendere botte. Nel senso che occorre una attenzione superiore alla media, serve una disciplina pazzesca e bisogna restare concentratissimi. E per me che sono un artista si tratta di una condizione non così usuale, per cui è molto affascinante. E poi dai vita al sogno di bambino, quello di staccare l’ombra da terra. L’altra sensazione forte che avverti è quella di sentirti come in una bolla. E’ un po’ come vivere nel mondo, ma un po’ fuori. Leggermente a lato rispetto alla realtà. Continuando con l’analogia del volo del Toro diciamo che bisogna sempre stare attenti per evitare di cadere e farsi male perchè sotto c’è il vuoto».

Perché secondo lei il sogno può proseguire?
«Beh, io quando piloto l’aereo sono tranquillo nella misura in cui so di essermi preparato, di aver fatto attenzione a tutto: dalla pianificazione del volo al controllo degli strumenti. Ecco, io dico che questo Toro non deve aver paura di essere così in alto perché tutto ciò che ha ottenuto e figlio della sua abnegazione e i sacrifici svolti. C’è il gioco di Ventura che è stato completamente metabolizzato, per non parlare dello spirito di gruppo che risulta sempre, in qualsiasi ambiente, il valore aggiunto. E’ giusto godere di ciò che si ha appreso e imparato. Dall’esterno quando vedi il Toro percepisci un bell’ambiente, si vede che tra i giocatori c’è voglia di aiutarsi. Per certi aspetti regalano l’effetto che si ha quando vedi gli amici che vanno al campo per giocare a pallone solo per il piacere di divertirsi».
 

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