<span style="line-height: 18.9091px;">Il Torino e la sua gente: «Lo scudetto del ’27 è nostro»</span>

Cairo rilancia la “battaglia” affinché il tricolore del 1927 venga restituito al Toro: ma cosa successe 88 anni fa?

TORINO - «Al Filadelfia il Toro ha vinto 7 scudetti, non solo 6». Perché prima del tricolore del 1976, griffato al Comunale, «arrivarono i 5 scudetti del Grande Torino e 2 negli Anni Venti, non solo uno. Due scudetti vinti dal Toro del trio delle meraviglie», Baloncieri-Libonatti-Rossetti, «ma uno ce l’hanno misteriosamente revocato. Eppure quello scudetto era nostro a tutti gli effetti», ed era lo scudetto del 1927. «E allora dobbiamo cercare di riprendercelo. Andiamo a riprendercelo, questo scudetto!». Il tutto urlato da: Urbano Cairo, col microfono in mano e uno sguardo battagliero negli occhi, in versione capopopolo, ma anche paladino della storia, e di un senso di giustizia. Il presidente del Toro era in piedi sul palco al Filadelfia, per la posa della prima pietra, sabato mattina, davanti a migliaia di tifosi.

Ora conosceremo i fatti: come si muoverà ufficialmente, la società granata. Nell’ambito delle istituzioni sportive, a cominciare dalla Federcalcio. Ma cosa successe, esattamente, nel 1927? Il cosiddetto scandalo Allemandi, dal nome di uno dei protagonisti della vicenda, il giocatore della Juve. Ma un caso mai del tutto chiarito fino in fondo, ricco di ombre, di situazioni anomale, di decisioni anche politiche, tra pressioni di ogni tipo, e ingerenze. Il Torino vinse lo scudetto, ma il titolo fu poi revocato e a nessuno assegnato, per un presunto tentativo di corruzione appunto di quell’Allemandi. 

VIDEO - MIGLIAIA DI TIFOSI PER IL VIA AL "NUOVO" FILADELFIA

AL FILADELFIA - Campionato 1926-1927, ovviamente ancora a gironi, con il concentramento finale per stabilire lo scudetto. Al girone conclusivo (un campionato a parte per i migliori, in pratica) arrivano il Toro, il Bologna, la Juve, il Genoa, l’Inter e il Milan: in quest’ordine si sarebbero poi piazzate le squadre in lotta per il titolo. Con i granata primi a 14 punti, con 7 vittorie e 3 sconfitte. Il Bologna a 12, con 5 vittorie e 2 pareggi, e 3 sconfitte. Due punti a vittoria, naturalmente.

Il girone finale vide i granata giocare le proprie 10 partite, con match di andata e ritorno, tra il 3 aprile del 1927 e il 10 luglio del 1927. Per la prima volta in quella stagione il Toro si esibiva al Filadelfia, stadio edificato per volere del conte Enrico Marone Cinzano, presidente dell’epoca, e inaugurato in occasione della prima partita interna di quel campionato, Torino-Fortitudo Roma 4-0, 17 ottobre 1926. Giocatore-preparatore atletico-allenatore ante litteram era Giuseppe Aliberti. I granata vincono il titolo addirittura con una giornata di anticipo, per il Toro è il primo tricolore della sua storia. E la squadra era così forte, e devastante in particolare in attacco col suo «trio delle meraviglie», da rivincere lo scudetto anche nella stagione successiva, 1928.

Ma nel novembre del ‘27, dopo un giorno e una notte di seduta (ma soprattutto in conclusione di un’inchiesta complessa durata alcuni mesi), i vertici della Federcalcio decisero di revocare quel primo scudetto granata, e di squalificare Allemandi a vita. Sentenziò il Direttorio Federale, nella Casa del Fascio: tolse lo scudetto al Torino e squalificò a vita Allemandi. Che la Juve aveva però già ceduto, in estate, all’Inter. E che poi un anno dopo avrebbe goduto di un’amnistia. Lui sì, il Toro niente. Perché? E’ uno dei misteri. 

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VIDEO - CAIRO ALL'ATTACCO: GLI SCUDETTI SONO OTTO

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