Baselli, l'uomo dal piede d'oro. Il Torino ha un tesoro in casa

Ricordate l’uomo dal braccio d’oro?  E’ un film del 1955 del regista Otto Preminger con Frank Sinatra batterista “vizioso” e strepitoso. Nel Toro c’è un ragazzo dal piede d’oro. Anzi, dai piedi d’oro, perché usa indifferentemente il destro e il sinistro. Tardelli lo paragona a Zac, Vialli gli consiglia di mettere su qualche chilo di muscoli

TORINO - Ricordate l’uomo dal braccio d’oro? E’ un film del 1955 del regista Otto Preminger con Frank Sinatra batterista “vizioso” e strepitoso. Nel Toro c’è un ragazzo dal piede d’oro. Anzi, dai piedi d’oro, perché usa indifferentemente il destro e il sinistro. Con sassate dal limite segna eurogol. Sì, un impatto devastante nel Torino di Giampiero Ventura per Daniele Baselli. Reti, prestazioni super, infortunio superato, ritorno con il gol. Insomma, un fuoriclasse di 23 anni che si dice “grato al Toro” che ha creduto in lui. L’ha acquistato dall’Atalanta e l’ha buttato nella mischia. Ora vale tantissimo, più di 4 milioni, ovvio. Un pezzo pregiato. E con un tecnico che ama le conoscenze, Baselli ha imparato e continua ad imparare. Mezzala e non regista, com’era negli inizi, ispirandosi ad Andrea Pirlo e Manuel Rui Costa. Adesso è uno che si infila e segna, attento alla tattica e all’offesa. Copre e riparte, con la velocità del killer. Leggero e duro. Gianluca Vialli gli ha dato un consiglio: «Metti su qualche chilo». Lui ha ammiccato, convinto sì di doversi rafforzare ma non a discapito dell’agilità, sia chiaro.

IL PARAGONE - Marco Tardelli, l’urlo di Madrid ’82, ha trovato il paragone in casa Toro: «Baselli possiede ottime qualità tecniche, buona corsa e sa calciare indifferentemente con il piede destro e con il sinistro - dice Tardelli -. Ovviamente è giovane e quindi può migliorare ancora tanto. Eppoi deve costruirsi ancora un po’ sotto il profilo fisico ma il futuro è suo». Il Mundial azzurro non si ferma a un sintetico parere sul talentino granata e chiama in causa un suo grande partner di Nazionale. «Credo che Daniele assomigli un po’ a Renato Zaccarelli. Anche Zac aveva piedi buoni, era elegante nel modo giocare, sapeva incidere pesantemente nel corso di una partita, aveva il senso del gol e aveva qualità da leader. Sì, più ci penso più Baselli mi ricorda Renato». Ci sono punti di affinità tra Baselli e Tardelli? «Credo che sia molto difficile fare un paragone tra noi due. Primo perché l’epoca in cui ho giocato io è completamente diversa dall’attuale e poi perché io ero sì un centrocampista offensivo ma partivo da molto indietro. Baselli, invece, esprime il meglio dalla trequarti in su anche se spesso ripiega all’indietro».

LA FAMIGLIA - La forza di Baselli, poi, è la famiglia. La moglie e la figlioletta. Insieme, vanno a spasso per la città come tutti, senza fronzoli, con tanta simpatia e naturalezza. Chi lo riconosce lo ferma per un autografo o un selfie, lui risponde con un sorriso e con tanta disponibilità. E’ l’idolo della folla granata e quando segna va sotto la Maratona con il ditino a muoversi e a indicare. Basellissimo, Basellinho, fate voi. E’ il volto giovane del Toro che non si pone limiti e che può crescere ancora.

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