Bresciani: «E’ un Toro ritrovato. Quagliarella non si discute»

«Fabio è il top. E Belotti diventerà più forte di Immobile»
Bresciani: «E’ un Toro ritrovato. Quagliarella non si discute»© LaPresse

TORINO Giorgio Bresciani ha lasciato il segno nel Toro e nel Bologna, ma sabato il suo tifo sarà un po’ sbilanciato. «Beh, più che il cuore diviso a metà, posso dire che pende un po’ di più dalla parte granata. Concedetemelo, perché nel Toro ho passato otto anni della mia vita, di cui quattro nel settore giovanile. Con i rossoblù ho comunque due promozioni. Diciamo che è una gara... impari».

Lei è un ragazzo del Fila: cosa prova nel vedere che lo stanno ricostruendo?
«Quello stadio è sempre davanti a me, il portone con il toro, i vecchi, l’aria che si respirava, un’aria diversa. Il nuovo impianto avrà magari grande fascino ma non come quello di prima. Bravi comunque tutti quelli che si sono adoperati per farlo rinascere. D’altronde, il Fila è il Toro, il Toro è il Fila».

Ci spieghi.
«La differenza tra giocare prima e adesso nel Toro è proprio il Fila. Ho letto in questi ultimi anni le dichiarazioni dei calciatori che vestivano la maglia granata e dopo qualche mese provavano a dire cose significasse il Toro per loro. Ma solo noi che ci siamo nati, in quel mitico campo, possiamo dirlo realmente, crescendo lì, andando tante volte a Superga il 4 maggio».

E’ un sentimentale?
«Il Toro è una parte indelebile della mia esistenza».

C’è una foto in bianconero che calzerebbe a pennello: lei, Venturin, Lentini, Sordo sbarbatelli...
«E con tanti capelli in più rispetto ad ora. Eravamo nella sede storica, con l’avvocato Cozzolino, altro personaggio del “mio” Toro con Sergio Vatta».

Comunque, qualcosa si smuove. E non solo nei sentimenti. Anche in campo. Nelle ultime stagioni è riesplosa la passione?
«Cerci, Immobile, Ventura... Tutti hanno un merito. Il tecnico è sicuramente molto bravo. Ma devo fare i complimenti al mio amico Gianluca Petrachi, lui è straordinariamente bravo. Giusto averlo blindato sino al 2018, uno così bisogna tenerselo stretto. Un plauso anche a Comi e Benedetti cui sono legato. E meriti del presidente Cairo, poi, sono quelli di aver resistito dopo le contestazioni, riconoscendo anche alcuni errori. Visto dal di fuori, oggi il Toro dà l’idea di una società solida».

La squadra è all’altezza?
«Sì. Hanno investito bene su Baselli, Zappacosta e Belotti».

A Bergamo è arrivata la vittoria della svolta?
«Se era un esame, con l’Atalanta l’hanno passato alla grande, nonostante l’affanno finale sono sempre stati in controllo della partita. E potevano pure segnare qualche gol in più. Nelle altre gare, in particolare con Juve e Inter, la prestazione c’è stata. Ai punti potevano vincere i granata, soprattutto contro i bianconeri. Se penso a quella parata di Buffon su Glik.... Adesso parliamo di un Toro ritrovato». 

Belotti resta a secco.
«Deve solo sbloccarsi. Ha preso una grande traversa domenica. Mi piace e poi è un tipo che possiede lo spirito del Toro. Anche Immobile aveva faticato all’inizio, ma paradossalmente posso dire che Belotti ha qualcosa in più. Diventerà più forte di Immobile, che pure in granata ha segnato tanto. Meno, tanto meno al Borussia e al Siviglia...».

E Quagliarella che non segna da due mesi?
«Non si discute, Fabio è un campione. Può anche attraversare un momento no, ma io lo vorrei sempre in squadra uno così, capace di inventarti qualcosa da qualunque zona del campo. E’ il più forte dei quattro e gli altri tre in alcune fasi si equivalgono. Intendo Belotti, Maxi Lopez e Martinez. Quaglia è un livello sopra. Prendete Destro, per tornare a Toro-Bologna: non la buttava dentro, eppure ha sempre giocato, finché non è riuscito a segnare».

Sabato sarà squalificato...
«E il sostituto se la vedrà con Glik: anche se non va in gol, il polacco resta un grande difensore, un ottimo difensore. E se torna a realizzare qualche rete come la passata stagione può ambire ai top team. E il Toro è più forte del Bologna, che pure attraversa un periodo buono. Con Donadoni, poi, c’è ben altra consapevolezza: ha tolto qualche giovane, ha cambiato qualche interprete. Giaccherini mi sembra tornato quello della Juve».

L’obbiettivo?
«L’Europa League. C’è spazio per infilarsi se qualcuno toppa».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...