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TORINO - Obiettivo salto di qualità. Cinque mesi a disposizione per riuscirci, per convincere una volta per tutte la propria società che non ha sbagliato nell’investire, l’estate scorsa, quasi otto milioni su di lui e che può diventare davvero l’attaccante di riferimento del futuro Torino. Così è per Andrea Belotti, che in tredici presenze in campionato ha raggranellato la miseria di un gol .
I DUBBI - E a questo punto del campionato qualche dubbio può sorgere. La sua ancor breve carriera racconta di un anno da attaccante rivelazione in Serie B con il Palermo, poi, un torneo di A trascorso perlopiù in panchina ma con numerose presenze da subentrato, dietro a Dybala e agli altri punteros a disposizione di Beppe Iachini. Il tecnico ascolano aveva intenzione di affidare proprio a Belotti il ruolo di centravanti rosanero per l’attuale stagione poi però gli eventi estivi di mercato hanno portato la giovane punta al Torino. Probabilmente per lui sarà fondamentale il mese di gennaio che vedrà il Torino impegnato in sei incontri che diranno una parola decisiva sulle reali possibilità della squadra.
L'ATTACCO GRANATA - Squadra solida e compatta il Torino, squadra che gioca, a tratti molto bene, capace di soffrire e di tenere sempre in ansia l’avversario. Ma segna poco e questo è un limite che finisce per riverberarsi prima sul risultato e poi su una classifica attualmente ancora non appagante. Occorre dunque un cambio di passo là davanti. Fabio Quagliarella, tecnicamente e qualitativamente il miglior giocatore granata, non segna da oltre tre mesi, è fermo a 4 reti all’attivo, e questo è un problema. Ma che si potrebbe risolvere in tempi brevi perché un fuoriclasse sa da solo come uscire da un momento difficile. Segnali di risveglio si sono già intravisti. Maxi Lopez, finora 3 gol in campionato, ha numeri e voglia, deve soltanto imparare a gestirsi un po’ meglio anche fuori dal campo. Josef Martinez e Amauri sembrano finiti nel dimenticatoio anche perché potrebbero essere al centro di affari di mercato in uscita.