Torino fuori di testa e depresso: è una crisi di nervi

Anche col Chievo chiari segnali di un problema psicologico. Manca la lucidità e i risultati negativi tolgono le sicurezze
Torino fuori di testa e depresso: è una crisi di nervi© LaPresse

TORINO - Nervosismo, timore, scarica di adrelina al contrario, incapacità psicologica di gestire un evento sfortunato (l’autogol di Bruno Peres) e tensione montante con la conseguenza di perdere progressivamente ogni barlume di lucidità. Tutto questo, ma non solo, è alla base dell’imprevista sconfitta rimediata l’altro ieri all’Olimpico contro un Chievo rimaneggiato e reduce da tre rovesci di fila. D’altronde, che spirassero venti di crisi, lo si era capito già una settimana fa quando i granata non erano riusciti a imporsi sul Verona di Gigi Delneri, fanalino di coda della classifica. E mercoledì sera a Marassi, contro la Samp, la salvezza era arrivata a cinque secondi dal termine del recupero grazie a un guizzo vincente di Andrea Belotti. Crisi, dunque, originata da parecchie motivazioni. In primis da un’emergenza infortuni ormai cronica che ha inficiato a lungo e che ancora inficia il rendimento della squadra di Giampiero Ventura. La sfortuna ha colpito quasi tutti gli elementi della rosa con diversi gradi di gravità. Infortuni, dunque, e recupero. Già, perché oltre al periodo trascorso in infermeria, chi si è fatto male, e magari anche in maniera seria, dal momento del suo rientro ha bisogno di altro tempo per recuperare la piena forma o quantomeno una condizione accettabile. Inoltre, chi è invece costretto a giocare sempre proprio per mancanza di alternative, finisce prima o poi per pagare l’usura che si traduce in una scadimento del rendimento. L’età poi di molti granata soprattutto in alcuni ruoli fondamentali, e questo è un altro problema, non è più giovanile e di conseguenza la tenuta nel lungo termine può venire compromessa.

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