Prcic: «Aspettavo l'occasione al Torino...Ventura? Non l'ho più sentito»

Il centrocampista francese, ma di origini bosniache, aggiunge: «Mi sarebbe davvero piaciuto giocare sotto la curva Maratona. Purtroppo non c’è stata la possibilità»

TORINO - Sanjin Prcic era arrivato al Torino l'ultimo giorno del mercato estivo. Una scommessa. In prestito con diritto di riscatto dal Rennes. Ma non si è quasi visto, in maglia granata, se non per pochi minuti. Eppure, a centrocampo uno con i piedi buoni poteva starci. Invece niente. Come racconta a GianlucaDiMarzio.com: «Sono nato in Francia, in una piccola cittadina Belfort da genitori bosniaci. E, infatti, ho scelto di giocare nella Bosnia. Perché? La nazionale francese mi ha solo parlato, loro invece mi hanno mostrato interesse. Ho giocato tantissimi anni a Sochaux, poi il Rennes e l’Italia. Adoro l’Italia! Il cibo, ma soprattutto visitare le città. Ieri pomeriggio sono stato a Firenze, davvero magnifica! La mia vita è il calcio. Guardo tantissime partite, cerco sempre di imparare. Il calcio e la mia famiglia che mi è sempre vicino. L’emozione più bella? Il primo gol della mia carriera, davanti ai miei genitori.. Il Torino? Sapevo che avrei avuto bisogno di un po’ di tempo. Dopo due, tre mesi aspettavo la mia occasione, invece niente. Non è arrivata. Mi sarebbe davvero piaciuto giocare sotto la curva Maratona. Purtroppo non c’è stata la possibilità. Quando sono andato via, Ventura mi ha detto che gli dispiaceva molto. Poi non ci siamo più sentiti, invece con Nikola (Maksimovic, ndr) ho mantenuto i rapporti, sabato mi ha scritto dopo il gol alla Ternana nel derby. Sono ancora emozionato. I tifosi mi hanno tempestato di messaggi, qualcosa di stupendo! E la mia esultanza (le mani alle orecchie) era proprio per loro, per sentire il loro calore. Perugia è bellissima. La città, anche se oggi piove (ride) e i tifosi. Ogni volta mi fanno venire i brividi. Il sogno? Vorrei regalare loro i play off. Guardo Pirlo nella Mls. E’ una leggenda, un modello per me. Mi piace molto anche Verratti. Paragoni? No, no ci mancherebbe. Io posso solo che imparare da loro. Pjanic? Siamo molto amici. Mi sento spessissimo con lui, Dzeko e Zukanovic. Parliamo di calcio, ci whatsappiamo. Ad Edin gli ho mandato i complimenti perché è diventato papà. Ora loro sono molto felici per i risultati, sette vittorie di fila, mica male! E stasera tutti a tifare Roma. Quanto finisce? Dico due a zero, magari segna proprio Edin. Se mi piacerebbe giocare con loro? Beh, già siamo compagni in Nazionale…».

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