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TORINO - Lavoro a testa bassa sul campo senza un attimo di requie. D’altronde il Torino venusiano domenica sera a San Siro è atteso da un’altra terribile sfida, stavolta contro l’Inter di Roberto Mancini. Il momento granata non è certo brillante e la sconfitta nel derby ha ulteriormente aumentato i tormenti di tutto l’ambiente. Ma dato che le disgrazie non vengono mai da sole ecco che ai venti di crisi si aggiungono le pesanti assenze di Immobile, infortunato, e Glik, squalificato: due pezzi da novanta che non potranno calcare il terreno del Meazza. Jansson al posto del polacco, Maxi Lopez in sostituzione dell’ex Siviglia mosse scontate ma che implicano revisioni nel gioco difensivo e in quello offensivo. E non è cosa da niente perché il collettivo di Ventura si muove su automatismi ormai consolidati e i cambiamenti, anche se apparentemente piccoli, sono sempre font di rischio. Ma aldilà di tutto e di ogni disquisizione tattica, urge che la squadra ritrovi quello spirito pugnace che l’ha contraddistinta negli ultimi anni e la voglia di combattere fino all’ultimo istante. L’orgoglio, insomma, dev’essere la base su cui ripartire e per chiudere nel miglior modo possibile una stagione sfortunata e complicata.