TORINO - Una serata tranquilla, molto tranquilla, forse persino troppo. In 95' di gioco, dalle parti della sua porta non è arrivato manco un pallone decente. Eppure, Joe Hart, il portiere del Toro, il titolare dell'Inghilterra, non s'è distratto nemmeno un secondo, nonostante gli attacchi sterili della Slovacchia conciliassero eccome il pisolino di metà pomeriggio.
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QUESTIONE D'ORGOGLIO - Che sia in palla, che abbia voglia di dimostrare a tutti che il vero Hart non è quello di Euro 2016 in Francia, quello balbettante sul gol di Gareth Bale nella sfida contro il Galles e nemmeno quello impacciato e insicuro che non trattiene il tiro dell'islandese Sigthorsson negli ottavi di finale, appare chiaro fin dalle fasi di riscaldamento. Quando esce dal tunnel e calca i primi passi sull'erba dello Stadión Antona Malatinského di Trnava, Hart è accolto dagli applausi degli oltre 2.500 tifosi dei Three Lions in trasferta qui all'Est: applausi come a fargli capire "Dai, Joe, il passato è andato. Ora portaci in carrozza al Mondiale di Russia 2018, noi crediamo in te". Mentre si avvia a riscaldarsi, Hart ringrazia i fans con un sorriso e un cenno della mano e gli applausi si moltiplicano. Ha voglia di spaccare il mondo e si vede. Durante gli esercizi col preparatore dei portieri balza da un palo all'altro. Per lui impedire che un pallone entri in porta è una questione d'orgoglio. Lo è in allenamento, figuriamoci in partita...
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