Torino, Mihajlovic: «Hart ok anche con i piedi. Se Guardiola ne ha altri da darmi...»

L'allenatore granata: «Giocano Castan, Hart, Bovo, Molinaro... Su Martinez e Maxi devo decidere. E Barreca diventerà il terzino più forte d'Italia»
Torino, Mihajlovic: «Hart ok anche con i piedi. Se Guardiola ne ha altri da darmi...»© LaPresse

TORINO - Pronti, via. Parla Sinisa Mihajlovic. Un prologo che spiega le sue sensazioni alla ripartenza, concluse le trattative e la campagna acquisti. «Finalmente è finito il mercato e ricomincia il campionato. Ringrazio la società per gli sforzi. Il Torino ha cambiato allenatore, sistema di gioco, giocatori. Ha venduto pezzi importanti come Glik, Bruno Peres, Maksimovic e ha anche acquistato giocatori di esperienza, qualità e giovani. Insomma, non ha avuto paura di cambiare. La società ha fatto di tutto per accontentarmi, non siamo riusciti a raggiungere ogni obiettivo, ma non per colpa nostra. Qualche ruolo non ha alternative, dovremo essere bravi noi a sopperire con la forza del gruppo, il gioco, la voglia di aiutarci, compatti e uniti. Io faccio sempre l’esempio della mano, vedendola così è aperta con 5 dita separate, così unita forma il pugno. E noi dovremo essere un pugno tutto l’anno, ogni partita. Anche i giovani sono promettenti e hanno un futuro davanti. L’obiettivo è lottare con le squadre che cercano di andare in Europa. Se ci riusciremo dipenderà da tanti fattori, anche dalla fortuna. Che non vuole dire chiedere aiuto a pali, traverse  o rigori.  Chiedo solo di non avere tanti infortunati, almeno di non averli tutti assieme, soprattutto nelle partite alla portata. Ce ne sono molte e con possibilità di vincere. Siamo il Toro, però, al di là di tutto. Dobbiamo lottare dando il massimo sempre, nelle difficoltà bisogna moltiplicare le forze. Senza scuse e alibi. Se ci mancherà qualcosa lavoreremo di più».


CONTATI - Con l’Atalanta saranno tanti gli assenti. «Maxi Lopez e Martinez in campo? Di sicuro non ci saranno Ljaijc e Belotti (comunque convocato, ndr), vediamo oggi e domani per Martinez e Maxi. In tanti ruoli ho doppioni che considero titolari, Hart-Padelli, De Silvestri-Zappacosta, Valdifiori-Vives, Baselli-Obi, Benassi Acquah…  Il problema non è per i primi 11, è durante la partita che poi saresti senza soluzioni. Dovresti cominciare con Boyé, Iago … Ma sarebbe dopo il problema, perché mancano gli infortunati. Li valutiamo oggi e domani, vediamo. Ma non voglio rischiare, ci sono altre 5 partite prima della sosta. Siamo il Toro e lottiamo e diamo tutto, senza scuse e alibi, chi va in campo è il migliore. Poi mancano soluzioni per cambiare a gara in corso. Altro modulo? Senza attaccanti non ne vedo la possibilità… Boyé, Iago, Aramu: questi rimangono…».


IL DEBUTTO DI HART - Il nuovo portiere è un big. «Hart per noi è una grande opportunità e l’abbiamo presa al volo. E’ il titolare della nazionale, con esperienza, carattere e grinta. Con lui e Padelli siamo a posto. Ci ho parlato anche prima che venisse, non volevo arrivasse così ma bello carico e motivato. Si impegna molto, comunica con i compagni, in italiano, ha personalità, e sono contento. Ha già instaurato un bel rapporto.  Hart una sorpresa? No, perché mi hanno chiamato e detto se ero interessato e ho lavorato per portarlo. Ci ho parlato, per capire con quale testa sarebbe venuto. E anche al telefono mi ha dato sensazioni positive, lui da me ha saputo che lo volevo e che era la decisione giusta. Parla un po’ in italiano, impara trenta, quaranta, cinquanta parole, quelle che ti servono in campo per guidare la difesa e le usa già in allenamento. Speriamo le impari bene e non si fraintenda in partita… Fisicamente lo trovo bene. Gli inglesi hanno un’altra mentalità, ogni allenamento danno il massimo. Non come in Italia che devi parlare per avere l’atteggiamento consono. Il torello lì lo fanno a mille all’ora, qua scherzano. Nessun problema. Mi sono informato con Battara che lo allenava a Manchester e con Lombardo. Con i piedi Guardiola dice che non è il massimo. Da quanto ho visto io ha buoni piedi, poi se Guardiola vuole un Guardiola in porta è difficile trovarlo… Non voglio entrare in merito, però. Se ha qualche altro giocatore che non gli piace al City, comunque, noi lo prendiamo. E’ arrivato in prestito, poi bisogna vedere, anche quanto rende. E poi conta la sua volontà. E’ ancora presto. Siamo contenti che sia qua e convinti che possa fare bene; è la squadra e la città giusta per lui. Ora tocca a Hart confermare il suo valore».



ZINGARO - Miha granata. «Io sono di natura zingara, mi trovo bene da tutte le parti. E mi sono trovato subito a casa qui a Torino, come nelle altre città dove ho lavorato. Cerco di dare sempre il massimo e sono concentrato su questa realtà, poi se stai più o meno bene dipende anche dai risultati. Il nostro lavoro è legato a questo».


IL GIOCO - Avanti tutta. «Ho detto che la mia squadra si deve prendere rischi per vincere, con prìncipi di gioco e morali, che rispecchino il carattere del Toro, offensivo ma con equilibrio, che recuperi, compatto. A Bergamo ci saranno insidie. Incontriamo una squadra che ha fatto zero punti in due partite e non del tutto meritatamente. Conosco Gasperini, le sue squadre quando girano ti mettono in difficoltà, ma concedono in difesa. Dobbiamo stare bene dietro e colpire in velocità, con cinismo e determinazione. Le partite dopo le soste sono sempre strane, molti tornano dalle nazionali, con pochi allenamenti. Io ho però detto ai ragazzi che se giochiamo come ci siamo allenati… Sono fiducioso. Siamo più forti, se facciamo quello che sappiamo fare… Rispetto Gasperini, la persona e l’allenatore; abbiamo alcuni amici in comune come Crozza. E’ un bravissimo allenatore che stimo molto. La partita è importante e su campo difficile. Dobbiamo fare molto bene. In difesa abbiamo lavorato e siamo migliorati. Hart se non gli succede niente va in porta, sì. Non so ancora la formazione. Benitez, un vecchio, dice: chiederò consigli al cuscino, stanotte…»


VAI BARRECA - Miha sul giovane terzino sinistro: «Barreca se continua a crescere così può diventare il miglior terzino in Italia, non so fra quanto, ma ha grandi prospettive. E tanto Molinaro smette… (e si ride in conferenza…, ndr). Sul capitano non entro nel merito, non l’ho mai fatto. Io non lo ero , ma quando parlavo mi ascoltano. Bovo è capitano e ha spiegato, è un gruppo che si rispetta, non è un problema».


LE SCELTE - Tutti coinvolti. «Durante gli allenanti cambio i centrali, poi decido. In certi ruoli ho coppie di titolari, poi dipende dallo stato di forma e da quanto vedo. E chi mi dà più fiducia va in campo, o Castan (che gioca) o Moretti non cambia in mezzo. Tanto per dire, eh.... Lukic e Gustafson? Stanno migliorando, sono due di grande prospettiva, sono molto bravi. Gustafson non c’è, ha la febbre, ma fra non molto li vedremo in campo».

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