© MANUELA VIGANTI
TORINO - Dal seme è iniziata a germogliare una pianta che promette fiori e frutti, nel medio-lungo periodo. Suddetta pianta, però, va ora curata a dovere, innaffiata al momento giusto per far sì che lo sviluppo sia costante. Martedì in Coppa Italia si è capito tanto, del Toro. La base più che buona è ottima, ma non basta. A registro va una partita terminata 4-0, un risultato determinato però nei tempi supplementari, dopo che nei 90’ più recupero il “Torino alternativo”, quello composto dalle “seconde linee”, si era fatto imbrigliare da un Pisa encomiabile per generosità, tatticamente inappuntabile, ma assai limitato sotto il profilo tecnico. «Sappiamo bene dove intervenire nel mercato di gennaio», è infatti stata la considerazione di Mihajlovic, a fine gara. Sdogana concetti importanti e in tempi tutt’altro che casuali, il serbo. A Torino si è presentato dichiarando quale obiettivo da centrare la qualificazione all’Europa League. Forse, all’inizio, non ci credeva troppo, non fosse altro perché la costruzione della rosa era ancora in divenire. Poi sono arrivati i risultati, a legittimare le possibilità dei granata di rientrare in Europa. Mihajlovic, tuttavia, non ha fatto riferimento alla possibilità di entrare tra le prime cinque in campionato, ma per gonfiare le ambizioni dei suoi giocatori ha sostanzialmente parlato della necessità, di andare in Europa League. Ora, detto che il Toro potrà regalare fiori e frutti anche senza tagliare il nastro della 5ª piazza, è bene che tutte le anime granata seguano il tecnico. Dai giocatori ai tifosi fino a una società che, a gennaio, potrà davvero far sì che Mihajlovic parli per assoluta convinzione, e non per motivare l’ambiente. Due o tre colpi di assoluto livello così da innaffiare la pianta granata. In questi pochi mesi, grazie alle cure del serbo, sviluppatasi dritta e sana. E giorno per giorno cresciuta tra l’entusiasmo montante di chi quotidianamente la segue da vicino.