Toro, finalmente il Fila: bellezza della storia che si rifà vita

Ci saranno spogliatoi moderni, tecnologie avanzate, una palestra fitness style, uffici veri e non bugigattoli, spalti più confortevoli, foresterie accoglienti
Toro, finalmente il Fila: bellezza della storia che si rifà vita© ANSA

TORINO - Non c’è bisogno di essere del Toro per emozionarsi - tanto, sul serio - entrando nel Nuovo Filadelfia: basta non avere un cuore di pietra. E liberarsi dai pregiudizi, dai ricordi delle polemiche e degli errori, dei ritardi e dei menefreghismi, di chi ha tirato fuori i soldi e di chi no, di chi si è sbattuto e di chi invece ha remato contro. Liberarsene finalmente per respirare leggeri la memoria gloriosa della Storia e prefigurarsi un futuro gioioso. Non solo auspicando di costruirci, con il lavoro della squadra granata che finalmente tornerà a casa, risultati all’altezza delle imprese passate, ma per la semplice felicità di aver restituito - insieme con la sua dignità - un presente di vita a un luogo che ha saputo andare oltre la morte: di molti suoi Eroi (dai Grandi di Superga a Meroni, da Ferrini al dimenticato Catena) e di troppe macerie morali. D’accordo, non è quello di una volta. Certo, ogni tifoso per una qualche ragione lo avrebbe voluto o sognato diverso. Ok, non si vivrà più quella sensazione di tempo sospeso tra vecchi cortili e figure carismatiche, quasi letterarie, come il burbero Nino Franco o lo straordinario cappellano Don Rabino, il prete molto laico che mai si stancò di sensibilizzare il mondo granata affinché si riappropriasse della sua centralità operativa e ideale, del suo cuore pulsante.

Ora sorge un profilo di stadio moderno, che richiama qualcosa di Bilbao, là dove l’Athletic Club da sempre conserva e trasmette valori affini a quelli granata. Ci saranno spogliatoi moderni, tecnologie avanzate, una palestra fitness style, uffici veri e non bugigattoli, spalti più confortevoli, foresterie accoglienti. Magari anche il contatto con i giocatori non sarà più lo stesso di un tempo. E chiaro, meglio il Museo di un bar, e la sede di un negozio. Ma IL POSTO è quello: questo conta. Con i monconi delle originarie gradinate a ricordarcelo. Con la scritta “ingresso popolari laterali” sui mattoni antichi di via Filadelfia. Con l’orizzonte cittadino segnato dai palazzi del quadrilatero che scende su via Giordano Bruno per risalire da via Spano e richiudersi, o meglio ripartire, in via Tunisi. Qui si è fatto il Toro, qui si riproverà a farlo. E tanto basta, per augurarci buon anno.

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