Toro, il Cerci bis: Mihajlovic ha detto nì al suo ritorno

Sinisa e Cairo prendono tempo: dubbi tatticI, fisicI e ambientali. Così l’ex granata continua a guardarsi attorno e il Verona si fa sotto, mettendogli fretta
Toro, il Cerci bis: Mihajlovic ha detto nì al suo ritorno© www.imagephotoagency.it

TORINO - Più nì che sì. E’ questa la sentenza, comunque sia non ancora definitiva con tanto di ceralacca notarile, firmata da Mihajlovic. Morale: il ritorno di Cerci al Toro è più lontano che vicino, secondo il calcolo delle probabilità sul mercato, ma non è ancora escluso del tutto. Riassunto delle due puntate precedenti: mercoledì, il suo agente, Pastorello, aveva avuto un lungo incontro con Cairo e Petrachi per valutare un “Cerci bis”, ora che l’ex ala dei sogni venturiani si è svincolata dall’Atletico Madrid. Si è fatto di conto, si è provato a stendere un contratto: Cairo ha ipotizzato un anno di ingaggio a cifre oltremodo misurate, con opzione per il rinnovo e una serie di bonus (presenze, gol, assist). Quasi un contratto a gettone, visto che nell’ultima stagione Cerci ha giocato soltanto 43 minuti: era ai margini dei colchoneros per ragioni fisiche, tra guai muscolari e a un ginocchio. Il giorno dopo, la palla è passata a Mihajlovic, per volontà di Cairo: «Mister, lei cosa ne pensa?». Oggi possiamo muovere un passo in avanti in questa storia, per dire che le remore dei vertici granata sono sposate da Sinisa: dubbi di natura fisica, dubbi di natura ambientale (legati alla reazione dei tifosi, dopo il burrascoso addio del 2014) e dubbi di natura tattica.

Nei piani del Torino, infatti, vi è l’acquisto di Zapata del Napoli, per farne il partner di Belotti e passare al 4-3-1-2: questa sì, una priorità. E la partita per l’ingaggio del colombiano deve ancora entrare nel vivo. Con questo modulo, Cerci non avrebbe spazio. Al contrario, nel 4-3-3 e nel 4-2-3-1 l’ala 29enne potrebbe rilanciarsi, rinascere: ma solo se una perfetta forma fisica si sposasse anche con motivazioni eccezionali, supportate da un’inedita “primavera caratteriale”. Morale: né Miha né Cairo né Petrachi sono convinti, al momento, di aprire le porte a Cerci. Ma hanno comunicato a lui e al suo agente che continueranno a tener presente l’offerta: caso mai il suo identikit tecnico-tattico diventasse funzionale, le porte si potrebbero anche aprire, un giorno, a mercato ampiamente inoltrato. Nell’attesa, Cerci continua a guardarsi attorno: dopo la Lazio, il Toro e più club esteri, adesso sta discutendo il suo destino con il Verona. Che ha fretta.

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