Il Torino parla da grande: l'Europa in testa

Non c'è più paura di volare alto. La consapevolezza di essere forti è nata a cena, a Bormio, quando Cairo ha detto a Belotti: tu resti. E i compagni...
Il Torino parla da grande: l'Europa in testa© www.imagephotoagency.it

TORINO - Il Toro europeo è nato in una pizzeria di Bormio quando Mihajlovic ha invitato a cena tutti i suoi giocatori. Con il gruppo anche il presidente Cairo, il ds Petrachi e il segretario Longo. C’erano tutti, proprio tutti. Con Molinaro a suonare la chitarra e i giocatori a cantare. E in mezzo a tutto questo il patto: andiamo in Europa. In quel preciso istante è scattata la scintilla che ha rafforzato la speranza granata. Pensare che sino a quel momento non erano ancora arrivati gli acquisti di un certo prestigio (Berenguer, N’Koulou, Rincon, Niang, Ansaldi e Burdisso) ma in compenso è stato il momento in cui Belotti si è tolto dalla testa i brutti pensieri di andare in un’altra squadra (Milan in primis) perché il presidente gli ha comunicato l’incedibilità (salvo pagamento della clausola) e i compagni gli hanno chiesto a gran voce di restare. Sì, qualcosa di importante in quella serata di luglio è successo. E nell’occasione Cairo ha promesso a Sinisa i rinforzi necessari per compiere il salto di qualità.

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