Torino, i segreti del Gallo in ammollo: così Belotti rinasce

In acqua l'attaccante perde due terzi del peso e può svolgere esercizi altrimenti impossibili per il ginocchio lesionato
Torino, i segreti del Gallo in ammollo: così Belotti rinasce© www.imagephotoagency.it

TORINO - Chissà se Belotti, un giorno, gli chiederà di indossarla anche lui, la medaglia d’argento che Roberto Peretti vinse mezza vita fa alle Olimpiadi invernali di Calgary, nel 1988, nella staffetta. All’epoca, era una delle stelle della nostra Nazionale di short-track: pattinaggio di velocità su ghiaccio in pista corta. Più veloce della luce per una decina di anni: rappresentò l’Italia dal 1984 al 1994, partecipò a due Olimpiadi (anche Albertville 1992) e si laureò campione del mondo sempre nella staffetta a St. Louis, nel 1988. In aggiunta, due titoli da vicecampione del mondo a Montreal nel 1987 e a Pechino nel 1993. E, a Budapest ‘93, vinse il titolo mondiale nella specialità a squadre. Insomma, un Gallo del ghiaccio, mettiamola così: augurando a Belotti di conquistare pure lui qualche medaglia con l’Italia. E allora avranno molto da dire e da dirsi, loro due, nel linguaggio dei campioni.

IDROKINESITERAPIA - Partendo dal Guaio Sommo, però: questo benedetto legamento lesionato. C’è un Gallo da rimettere in piedi: e Peretti c’entra con i suoi collaboratori, perché da oltre 20 anni cura il recupero funzionale di atleti famosi e comuni mortali. Osteopata, terapista della riabilitazione, dirige Fisio&Lab, centro medico per la fisioterapia e la riabilitazione ortopedica e sportiva: struttura che da anni ospita i granata infortunati, della prima squadra come del vivaio. Da Ogbonna a Belotti: lì nel centro di corso Agnelli, a due passi dallo stadio Grande Torino, si restituiscono i talenti. E sempre lì, sottoterra, dove si allargano due piscine, il Gallo è finito a mollo. Ma l’uomo in ammollo è anche a bagnomaria, in attesa di rivederlo correre. Ha abbandonato le stampelle e ora sta svolgendo un lavoro speciale in acqua. Idrokinesiterapia. Un insieme di esercizi volti a restituire al ginocchio estensione e mobilità, in un ambiente protetto, ideale. Lo scarico parziale delle articolazioni produce un minor stress andoarticolare si ha un miglior controllo del dolore e la deambulazione è agevolata, in acqua.

A MOLLO - La riduzione dell’edema è accelerata, così come è facilitata la mobilizzazione passiva dell’articolazione (i movimenti non effettuati autonomamente dal paziente). Si origina anche un migliore “reclutamento” muscolare (quando smetti di allenarti e porti le stampelle, il tono muscolare crolla, inevitabilmente: ed è fondamentale ripristinarlo). Grazie al lavoro in piscina, si gode anche di una riduzione dei tempi di recupero, all’interno di un percorso riabilitativo (Belotti segue pure un programma fisioterapico al Filadelfia). A mollo, il Gallo “perde” mediamente i due terzi del suo peso reale: l’articolazione infortunata non viene affaticata e lui in piscina può persino permettersi di compiere esercizi più difficili o potenzialmente dolorosi, rispetto a quelli che potrebbe fare “a secco”. Piegamento ed estensione: sono le colonne d’Ercole dell’orizzonte di Belotti. E sono sott’acqua, proprio perché il Gallo deve riemergere. 

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