Torino, Mihajlovic a Spalletti: «Ricorda, ti feci esonerare»

L'allenatore granata elogia il tecnico dell'Inter e la forza dei nerazzurri, ma tira fuori dal cilindro anche un episodio del 1998. Spalletti era tornato a citare Anna Frank...
Torino, Mihajlovic a Spalletti: «Ricorda, ti feci esonerare»© www.imagephotoagency.it

TORINO - Vigilia di Inter-Torino, Mihajlovic è dunque giunto al bivio chiave: prima della sosta per le Nazionali, potenziale spada di Damocle per tutti gli allenatori sotto esame, calerà le sue carte sul prato dell’Inter. Dopo la resurrezione faticosa, ma comunque meritata, contro il Cagliari e la revisione tattica della squadra, ora di nuovo incentrata attorno al 4-3-3, ci si attende una risposta, contro una delle formazioni più forti e in forma di questo campionato. Ovvero: una settimana fa è stata resurrezione vera o i problemi più gravi sono solo stati nascosti sotto un tappeto, destinato a volar via di fronte all’impatto di una corazzata, come l’Inter a Milano? Ecco le dichiarazioni più importanti del tecnico granata.

DIFETTUCCI INTER - “Sarà una gara difficile, con mille difficoltà. Andiamo ad affrontare la seconda in classifica davanti a 70 mila spettatori ma se mettiamo lo spirito Toro e la nostra conoscenza del di gioco non partiamo battuti. L’unico modo per perdere di sicuro è se hai paura prima di iniziare. La consapevolezza della loro forza ci deve fare moltiplicare le forze e non abbattarerci. Non voglio una squadra sbruffona ma ambiziosa e coraggiosa. Anche l’Inter ha dei difetti. Pochi, piccoli. Sono fortissimi, hanno tanti campioni. Mica solo Icardi che è completo e quando lo vedi, è già troppo tardi perché ti ha già fatto gol. Quasi sempre vince il più forte nel calcio, o il più gettonato. Ebbene, noi ci aggrapperemo a quel “quasi” per cercare di cambiare il pronostico. Ripeto: se mettiamo in campo lo spirito da Toro e la cattiveria ce la giochiamo. Non partiamo battuti, anche se loro sono favoriti”.

SERVONO I MUSCOLI DI RINCON

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SU SPALLETTI E ANNA FRANK - In mattinata, a sorpresa, Spalletti aveva ricordato la figura di Anna Frank, sui social: la cui memoria va sempre protetta, giustamente, e promossa, per un mondo migliore. Poi ne ha parlato anche in conferenza. Ma viste le polemiche e la ingiustificabile “dimenticanza” di Mihajlovic, due settimane fa, la scelta del tecnico dell’Inter ha fatto pensare. E anche molto... “Non so se l’ha detto apposta, nemmeno mi interessa, ma resta il fatto che tutto quello che fa e dice Mihajlovic diventa un dibattito nazionale. Molti miei colleghi vivono le cose in modo molto più tranquillo, ma io preferisco dividere che passare sotto silenzio. Io affronto la vita con petto in fuori, ho la coscienza pulita; se non piace a qualcuno, pazienza, io vado avanti lo stesso alla mia maniera”.

FECI CACCIARE SPALLETTI - “Spalletti, comunque, resta un allenatore che stimo molto. E quello che sta facendo all’Inter dimostra le sue grandi qualità. Le sue squadre sono sempre ben organizzate e fanno sempre bene. E’ vero però che una volta gli feci un dispetto, lo feci esonerare, era l’allenatore della Samp e io da giocatore della Lazio feci tre gol su tre punizione, vincemmo 5 a 2, era il 1998. Lo mandarono via, dopo quella partita. Lo esonerarono. Magari questo lui non se lo ricorda, ma glielo faccio ricordare io adesso”.

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NIANG, LOTTA! - “Dovremo disputare una partita di grande sacrificio, stare attenti, loro ci possono mettere in grande difficoltà. Ma anche i giocatori che abbiamo noi li possono mettere in difficoltà”. Infine, su Niang, destinato alla panchina: “E’ a disposizione come tutti. Può partire dall’inizio come entrare a gara in corso o non entrare proprio. L’importante, se giochi, è dare il massimo. Si può essere decisivo anche entrando dalla panchina. Lo ha appena fatto Obi col Cagliari. E io punto su tutti i giocatori, non solo su 11. E non ho mai perso la fiducia in questa squadra. Mai. Ecco perché so mantenere l’equilibrio e dispensare serenità, fiducia e consapevolezze nello spogliatoio. Ho tantissima esperienza a grandissimi livelli, sono nel calcio da oltre 30 anni come giocatore e allenatore. So mantenere equilibrio, serenità e concentrazione. Un allenatore non si deve mai sentire preoccupato. E così difatti sono io. Il lavoro paga. Questo mi dà forza. Credo in me stesso e nei giocatori. Ripeto. Prima o poi il lavoro paga sempre, così come la qualità”. 

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TORINO - Vigilia di Inter-Torino, Mihajlovic è dunque giunto al bivio chiave: prima della sosta per le Nazionali, potenziale spada di Damocle per tutti gli allenatori sotto esame, calerà le sue carte sul prato dell’Inter. Dopo la resurrezione faticosa, ma comunque meritata, contro il Cagliari e la revisione tattica della squadra, ora di nuovo incentrata attorno al 4-3-3, ci si attende una risposta, contro una delle formazioni più forti e in forma di questo campionato. Ovvero: una settimana fa è stata resurrezione vera o i problemi più gravi sono solo stati nascosti sotto un tappeto, destinato a volar via di fronte all’impatto di una corazzata, come l’Inter a Milano? Ecco le dichiarazioni più importanti del tecnico granata.

DIFETTUCCI INTER - “Sarà una gara difficile, con mille difficoltà. Andiamo ad affrontare la seconda in classifica davanti a 70 mila spettatori ma se mettiamo lo spirito Toro e la nostra conoscenza del di gioco non partiamo battuti. L’unico modo per perdere di sicuro è se hai paura prima di iniziare. La consapevolezza della loro forza ci deve fare moltiplicare le forze e non abbattarerci. Non voglio una squadra sbruffona ma ambiziosa e coraggiosa. Anche l’Inter ha dei difetti. Pochi, piccoli. Sono fortissimi, hanno tanti campioni. Mica solo Icardi che è completo e quando lo vedi, è già troppo tardi perché ti ha già fatto gol. Quasi sempre vince il più forte nel calcio, o il più gettonato. Ebbene, noi ci aggrapperemo a quel “quasi” per cercare di cambiare il pronostico. Ripeto: se mettiamo in campo lo spirito da Toro e la cattiveria ce la giochiamo. Non partiamo battuti, anche se loro sono favoriti”.

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