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MILANO - Un difensore 36enne, per la prima volta in campo dopo 5 mesi e mezzo di assenza, chiamato a fronteggiare l’attacco della seconda in classifica con uno dei bomber più in forma del momento. Variabili che avrebbero potuto mandare in crisi molti difensori e invece hanno provocato l’effetto opposto in Nicolas Burdisso. Nella lunga carriera del centrale argentino troverà spazio anche questa giornata: il debutto stagionale dopo mesi trascorsi ad allenarsi senza giocare, prima da solo a Genova e poi con il Torino che aveva scommesso sul giocatore svincolato dai rossoblù. Un approdo che sembrava quasi nel destino di Burdisso: proprio contro i granata il sudamericano, il 21 maggio scorso, quando vestiva ancora la maglia del Genoa, aveva collezionato l’ultima presenza in Serie A.
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NEL SUO STADIO - Il momento del ritorno in campo è andato in scena proprio a San Siro contro l’Inter, la squadra con la quale Burdisso ha vinto 4 scudetti tra Mancini e Mourinho. Uno stadio strapieno di entusiasmo: 71.581 spettatori. Ma un vecchio leone come Burdisso non ha tremato nemmeno di fronte a questa marea. L’argentino ha giocato con una sicurezza disarmante. Sul gol subito ha potuto fare poco perché è stato N’Koulou a lasciarlo solo in mezzo a Icardi ed Eder. Notevole la sua capacità di calarsi subito nella parte di leader del reparto. Spesso ha dialogato con i compagni suggerendo loro il movimento migliore per farsi dare il pallone. E non ha risparmiato incitamenti nei momenti più delicati della partita. A fine gara ha ulteriormente dimostrato le sue doti di trascinatore andando ad abbracciare tutti per celebrare risultato e prestazione: compagni, staff tecnico e magazzinieri.
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