Petrachi: «Mihajlovic ha ripreso in mano il Torino. Belotti è solo al 60 per cento»

Il ds del Torino parla a Radio Sportiva su tecnico, spirito, gioco, ruolo dei giocatori. E su Niang: «Dipende da lui, può farci fare il salto di qualità»
Petrachi: «Mihajlovic ha ripreso in mano il Torino. Belotti è solo al 60 per cento»

TORINO - Il pareggio di San Siro ha dato una svolta al Toro. Anche con le grandi, finalmente, se la gioca. E il ds Gianluca Petrachi ne parla a Radio Sportiva: «Mihajlovic ha ripreso un po’ in mano la situazione: abbiamo giocato qualche partita non di buon livello, non da vero Toro, ci è mancato quel carattere che ci ha sempre contraddistinto. Sinisa è una persona molto intelligente, con cui ci confrontiamo quotidianamente: ha capito che effettivamente stava dando troppa responsabilità ai ragazzi. Il timoniere deve restare lui, è lui che deve portare avanti la barca. Lo sta facendo, ha ripreso a farlo come sa fare. Io sono molto contento perché i risultati si possono vedere. L’Inter ha fatto una buona gara, ma ha trovato un grande Toro dall’altra parte che è riuscito a ribattere colpo su colpo, una partita sporca… Tutti i giocatori hanno cercato di fare il pressing  alto per non fare ragionare i loro centrocampisti, atteggiamento che aveva imposto Sinisa sin dagli allenamenti. Abbiamo reso la vita difficile all’Inter e nelle nostre ripartenze veloci siamo riusciti a fare male ai nerazzurri. L’Inter ha comunque tutte le carte in regola per avere un ruolo da protagonista quest’anno. L’avvento di Spalletti ha ridato quell’idea di calcio ma anche quell’autostima e quella convinzione che negli ultimi anni l’Inter aveva perduto. Soprattutto, una squadra allenata anche dal punto di vista atletico, che fino alla fine ha gamba, aspetto da non sottovalutare. Credo che il grande merito vada al Torino, che se avesse vinto non avrebbe rubato nulla al cospetto di una grande squadra». Su Andrea Belotti, chiamato dal ct Gian Piero Ventura in Nazionale, dice: «Penso non sia ancora al 100%, ha fatto anche un recupero abbastanza anticipato. Nella tempistica doveva avere ancora un po’ di tempo, che lui ha bruciato perché si sentiva bene, perché ha avuto una guarigione veloce. Detto questo, è un giocatore che fa del suo strapotere fisico la sua forza principale, un vero toro. E’ ancora al 60-70% del suo potenziale. Ma più gioca e più si allena, più si avvicina alla condizione ideale. Io credo che per un tempo, o un tempo e mezzo, il suo apporto lo possa dare. Certamente non è ancora quello della scorsa stagione. Io spero che ritorni nel più breve tempo possibile ad essere quello di prima. Spero che in queste due gare della Nazionale possa arrivare almeno all’80%. Niang? Quando si cerca di alzare l’asticella, come abbiamo fatto noi quest’estate, può esistere l’idea che un giocatore possa anche non giocare tutte le partite. È importante che ci sia in squadra un valore aggiunto del genere. Magari nel secondo tempo entra un giocatore come Niang e ti fa la differenza. O magari anche Ljajic o Berenguer possono entrare e cambiare le partite. Dipende molto da Niang, da quanta voglia, entusiasmo e gamba ritrova. Ci può dare una mano per il salto di qualità che ci auspichiamo».

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