© Marco Canoniero
TORINO - «Bisogna decidere cosa fare da grandi. E quando». Mettiamola così: ai piani alti del Toro si pongono questi dubbi. C’è odor di bruciato, anche se nel club si esibiscono i classici diffusori spargi-profumo da salotto. Cairo sta davvero perdendo la pazienza. Il problema dei problemi è l’unica vittoria in 8 partite: le ultime. Il Grande Dilemma che percuote Cairo è cosa potrà fare. E in quale momento del calendario. Il presidente ha riflettuto anche sulle reazioni dei tifosi, di ogni ordine di posto, Maratona in testa. Quei fischi di domenica. C’è un punto di partenza, dopo il Chievo, e dopo tutto quello che era successo prima. L’appoggio per Sinisa è frutto sia di una coerenza progettuale elogiabile, sia di convinzioni un tempo linde, ma ormai svilite dai fatti (Miha rischiò grosso già nello scorso campionato). Cairo è sempre più preoccupato. E Petrachi fa risuonare l’allarme da settimane. Per quanto la partita col Milan sia determinante, anche codesto snodo di prossima digitazione rappresenta una delle finestre attraverso cui osservare la cucina del Toro: dove si affettano i salami o si imburrano le teglie, a seconda delle necessità. Ma San Siro non rappresenta la finestra per eccellenza: sarebbe riduttiva, come prospettiva. Prima ipotesi di scuola: Miha va avanti, e bene. Ricomincia a vincere, evviva evviva.