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TORINO - C’era una volta il fattore Grande Torino che per gli avversari era fatale. Il Toro, infatti, solo la scorsa stagione, davanti ai propri tifosi a questo punto del campionato aveva ottenuto 17 punti in sette partite.Cinque vittorie e due pareggi con una media punti di 2,42 a partita. Una marcia da scudetto. Che bello quel Toro, arrembante, con delle folate devastanti che piegavano qualsiasi tipo di resistenza. Era sempre il Toro di Mihajlovic e composto in gran parte dai giocatori attuali. La storia sembrava una favola. C’era una volta, anche, Andrea Belotti che segnava a ripetizione. Adesso, invece, la tendenza è cambiata di brutto e in maniera preoccupante: dieci punti, appena, sempre in sette partite. Due vittorie, quattro pareggi e una sconfitta. Con una media punti di 1,42 punti a match. Un punto netto in meno (tantissima roba) rispetto alla passata stagione, una media da retrocessione. La situazione, stranamente per una squadra da sempre battagliera come quella granata, va un po’ meglio in trasferta dove sono stati ottenuti 10 punti in otto partite contro gli otto (sempre in otto incontri) della passata stagione. La media è di 1,25 contro il punto tondo di dodici mesi fa. E con questi numeri non si va in Europa ma la si vede solo per televisione.
IL PROBLEMA C'E' - Lo stesso Sinisa, proprio alla vigilia della partita contro l’Atalanta, aveva ribadito questo concetto: «Al Grande Torino dobbiamo tornare a dettare legge come facevamo un anno fa». Sul campo, qualche ora dopo, è arrivato l’ennesimo pareggio casalingo davanti ad un pubblico sempre più freddo e poco numeroso. In Coppa Italia contro il Carpi stadio semi vuoto nonostante i prezzi popolari. Poco più di tremila spettatori contro i quasi undicimila del novembre scorso quando, nello stesso periodo e turno (il quarto), avversario fu il Pisa, travolto nei supplementari. [..]