Torino, Cairo: «Fiducia in Mazzarri»

Il presidente è critico e ammette la delusione, ma rassicura il tecnico. «A fine campionato, o dell’andata, tireremo le somme. Si sono interrotti i progressi: ora una grande prova con l’Atalanta»
Torino, Cairo: «Fiducia in Mazzarri»© LAPRESSE

TORINO - Non è questione di voler vedere il bicchiere granata mezzo pieno o mezzo vuoto. Quello, semmai,è stato un esercizio stilistico fino al momento in cui è cominciata Torino-Napoli. A Udine, per dire, si era dominato ma non si era vinto, soprattutto per colpa dell’arbitro ma anche per carenza di cattiveria e precisione in zona-gol; con l’Inter si era giocato un secondo tempo magnifico dopo un primo orripilante, e al sollievo per la rimonta si erano integrati i rimpianti per aver addirittura sfiorato il sacco di San Siro nel finale; contro la Roma, all’esordio, esaurita la consueta narcosi dell’avvio, si era disputata una ripresa brillante, vanificata però in extremis da un golasso di Dzeko, dopo il rigore negato a Iago: con la Spal, invece, un sofferto successo (l’unico, finora) ma nelle pieghe anomale di una partita da psicodramma, condizionata dal diluvio, dalla lunghissima interruzione, dalla caratura non irresistibile dell’avversario (che però, adesso, guarda il Toro dall’alto di 4 punti in più). Insomma, fino al mezzogiorno e mezzo di doccia gelata dell’ultima domenica, si poteva filosofeggiare sulla consistenza del «benino» che riassumeva l’inizio del campionato granata. Adesso no. Adesso non c’è più quel benino su cui filosofeggiare.

Adesso c’è l’umiliazione patita dal Napoli al Grande Torino (il Napoli che, non dimentichiamolo, a Marassi dalla Samp aveva beccato tre pere), ci sono i 5 miseri punti in classifica dopo 5 giornate (media da bassa classifica), ci sono i primi fischi scuciti alla pazienza e alla fiducia dei tifosi (anche di quelli che hanno fatto l’abbonamento - 11.178: significativamente pochini - o comprato un biglietto l’altro ieri). E ci sono, altrettanto significativamente, le parole di Urbano Cairo. «La squadra non ha effettuato quell’ulteriore passo avanti che aveva fatto nelle gare precedenti, può succedere. Il Napoli ha approfittato del nostro pasticcio difensivo, poi ha giocato un’ottima gara. Complimenti a loro». Un’analisi della partita - in realtà non c’è mai stata, partita - che serve per arrivare al cuore del concetto presidenziale. «Massima fiducia in Mazzarri, ci mancherebbe». Ci mancherebbe, certo: dopo le lodi sperticate che il patron ha speso per il tecnico - specie se rapportate al modo in cui era stato liquidato, nei modi e nei toni, il “tremendista” Mihajlovic - e considerati gli apprezzamenti di ritorno che lo stesso allenatore toscano non ha mai lesinato nei confronti della proprietà e della dirigenza, pure per la campagna di rafforzamento operata sul mercato malgrado non tutte le scelte né soprattutto le tempistiche (emblematico il caso di Zaza) siano state di massimo gradimento per l’erede di Sinisa.

Parimenti, però, Cairo non ha mai mancato di rimarcare, dal proprio punto di vista, la quantità e la qualità degli investimenti effettuati. Cosa utile sì a mostrare conti diversi da quelli che ogni tanto gli vengono fatti in tasca, ma anche a mettere l’allenatore di fronte all’inevitabile destino di uomo chiamato a rispondere in prima persona - come sempre è accaduto negli ultimi 13 anni - di eventuali risultati deludenti. Di qui la postilla, ieri a Milano presso Palazzo Reale, a margine del Premio che porta il suo nome: «Andiamo avanti gara dopo gara, poi alla fine del campionato, o anche del girone d’andata, tireremo le somme e faremo un bilancio».

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