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TORINO - E’ andata male. Ci ha provato, ha insistito, ha lottato, ha giocato, ma è anche finito a terra: Bergamo. Ci ha riprovato, ha di nuovo insistito, ha nuovamente lottato, ha rigiocato, ma è ancora crollato: Verona. Purtroppo per De Silvestri , l’ottimismo si è dimostrato mal riposto. Con risultati addirittura controproducenti: oggi capiremo quanto (un mese di stop?). L’esterno destro si sottoporrà a nuovi esami, in giornata: e verrà a galla la nuova diagnosi, con allegata una prognosi riveduta e corretta. Che, a ieri sera, alimentava l’ansia, se immaginata con afflato pessimistico, anche se De Silvestri spargeva ancora una volta dosi di ottimismo, parlando con compagni e amici.
De Silvestri è un ragazzo generoso, sempre positivo, con un’alta soglia del dolore: e una capacità di convivere con fastidi muscolari e contusioni varie sicuramente superiore alla media. Fosse per lui, giocherebbe sempre. Ma nel Torino hanno compreso che è giunto il caso di fermarlo e di farlo guarire una volta per tutte. Anche perché, altrimenti, rischia di strapparsi per davvero, e di stare fermo per mesi. De Silvestri si era prodotto una piccola lesione muscolare alla coscia destra a Udine, poco più di 2 settimane fa. Sarebbe stato meglio preservarlo almeno per una quindicina di giorni, con vista sul prossimo impegno contro il Frosinone, venerdì. Ma il terzino aveva subito gettato sul prato del Fila e in palestra tutto il suo entusiasmo, la sua voglia, il suo coraggio. I colloqui tra il giocatore, lo staff tecnico e quello medico si erano così sciolti in una decisione iperottimistica. De Silvestri aveva saltato il Napoli, ma poi era rientrato già contro l’Atalanta, a metà della scorsa settimana. Aveva mostrato progressi in allenamento, ripeteva di non accusare particolari problemi.
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