Il Toro vuole cambiare il calcio

Nuove regole e più giustizia: le proposte granata suscitano consensi
Il Toro vuole cambiare il calcio© LAPRESSE

TORINO - Chiamiamolo evocativamente lodo Cairo-Mazzarri. Titolo: il Toro vuole cambiare il calcio. Svolgimento: presidente e allenatore hanno lanciato nel mare magnum del pallone 2 proposte concrete per migliorare e modernizzare il gioco. Obiettivi: più giustizia, più spettacolo e maggiore aderenza con la realtà. Effetto immediato: ampi consensi a vario livello, tra sportivi in attività, ex protagonisti del calcio professionistico e comuni mortali. Esito: se ne riparlerà, necessariamente. Tenendo comunque conto che, per varare le suddette modifiche a regolamenti e protocolli normativi, occorre non solo un forte consenso popolare e manageriale, ma anche, obbligatoriamente, la volontà comune delle massime istituzioni calcistiche. Dipende dall’argomento del contendere, tra Lega di serie A, Aia e Federcalcio (le modalità dell’uso del Var in Italia) e Fifa (per modifiche regolamentari internazionalmente codificate). E adesso ficchiamo le mani in pasta.

La premessa è un’ammissione: le proposte avanzate da Cairo e Mazzarri ci paiono assolutamente logiche e condivisibili. Fatichiamo a individuare contraddizioni o conseguenze controproducenti. Il Toro cambia il calcio, dunque. O meglio: dice la sua per farlo, e Cairo un suo potere nel Palazzo ormai se lo è anche costruito, quale portatore sano di idee coniugate al futuro (vedi l’impegno, in passato, per cercare di favorire un ricambio ai vertici del nostro calcio e per aumentare il fatturato del movimento). Cairo non è solo memore degli innumerevoli strafalcioni cui è stato vittima il Torino da un anno abbondante di Var: è anche neutrale osservatore delle topiche più clamorose in altrui partite, con danni allegati (vedi il recentissimo tuffo da rigore del viola Chiesa contro un’Atalanta urlante contro l’arbitro Valeri, come aveva urlato il Toro post ingiustizie di Udine). Il problema, infatti, non è di parte, ma azzanna tutto il movimento, anche se in 14 mesi il Toro ha davvero subito di tutto (pure le righe virtuali tracciate storte al Var, nella scorsa stagione nel match contro il Verona!).

UN’ARMA ANCHE CONTRO LA SUDDITANZA - Cairo dice, in sostanza: «Se è usato bene e in modo coerente su ogni campo, il Var consente di ridurre errori e ingiustizie». Ma ci sono arbitri che sembrano persino boicottarlo, il ricorso al video: vedi, quale esempio di scuola, proprio Valeri. La qual cosa amplifica persino il numero di errori ingiustificabili, di torti. «Ciascun allenatore deve avere il diritto di imporre all’arbitro l’esame di un’azione incriminata almeno una volta a partita». Sottinteso: allorquando un arbitro non va a rivederla al video. E quando, va da sé, una squadra si ritiene vittima di una decisione sbagliata.

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