Se troppi arbitri calpestano il Toro

Se troppi arbitri calpestano il Toro© Getty Images

Marco Di Bello, arbitro internazionale dal 1° gennaio 2018; Paolo Silvio Mazzoleni, arbitro internazionale dal 1° gennaio 2011; Ivano Pezzuto, arbitro di Serie B con due presenze in Serie A; Paolo Valeri, arbitro internazionale dal 1° gennaio 2011. In rigoroso ordine alfabetico, sono i direttori di gara che hanno brillato per le cantonate sesquipedali prese ai danni del Toro nelle prime otto partite di campionato. Errori marchiani, mancata collaborazione o scarso dialogo con la videoassistenza (assistenza?), torti plateali che hanno calpestato i granata, per usare il lessico di Mazzarri. Il quale ha una, dieci, cento volte ragione di protestare avendone le tasche piene di questo andazzo. E quando Urbano Cairo sbotta: «Non so più che cosa pensare», dà corpo alla rabbia e alla frustrazione di una società, di una squadra che hanno il diritto di essere trattate con equità e di non essere invece bistrattate da chi dirige le partite e risulta tecnicamente mediocre. Qui sta il punto: Nicola Rizzoli, designatore di Serie A, si decida: una volta per tutte, fermi i sottoposti che ignorano il Var, che decidono di testa propria e sistematicamente sbagliano. È inutile promettere fuoco e fiamme come ha fatto lunedì scorso Nicchi, dopo gli scempi di Bologna e Firenze. È inutile minimizzare come lo stesso presidente degli arbitri ha minimizzato: «Lo strumento Var c’è e va utilizzato al massimo, così le discussioni sono al minimo. Chi non si attiene ai regolamenti va in panchina, non è un problema». Ecco, bravo. Ma il problema c’è, eccome: quelli che sbagliano, se vanno in panchina, ci restano per un turno. Quando va bene. Ieri sera, ad esempio, Mazzoleni ha diretto Empoli-Roma; oggi, a Di Bello è affidata Napoli-Sassuolo. Di Valeri non c’è traccia, vivaddio, ma vedrete che dopo la sosta tornerà. Delle alchimie e degli equilibrismi alla base delle designazioni non ci può importare di meno. A noi e, soprattutto, al Toro, importa che questi arbitri la piantino di danneggiare con le loro soperchierie una squadra sistematicamente tartassata, non solo in questo avvio di stagione. La tecnologia è fatta apposta per aiutare i direttori di gara a sbagliare meno. Gli arbitri che non la usano, pur essendo lautamente ricompensati perché lo facciano, cambino mestiere. Il tempo della pazienza è scaduto. E stiano certi, gli arbitri, che non gliene faremo più passare una.

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