Novellino: «Torino, usa la rabbia per vincere»

L'ex allenatore granata parla del momento della squadra: «Tanti errori arbitrali, è vero: i rimpianti vanno trasformati in energia positiva e in grinta»
Novellino: «Torino, usa la rabbia per vincere»© LaPresse

TORINO - «Tutto bene, grazie. Anche la famiglia, sì. Mi manca solo una squadra».

Lei, Novellino, non tira mai i remi in barca. Neanche dopo l’ultimo mini-ciclo all’Avellino, poi fallito. Ma la conosciamo, ce l’aspettavamo.

«Ho 65 anni, è vero. Ma proprio per questo sono ancora prontissimo ad allenare. La voglia è tanta. Sono innamorato del calcio, ho una passione smodata. Mi guardo indietro e penso: mamma mia quanta roba ho fatto in carriera. Quante promozioni, quanti bei successi in A. E poi le avventure in Coppa Uefa. Magari non tutti se lo ricordano più. Sono passati anni. Ma tornerà anche il mio momento. In questi ultimi mesi sono andato a studiare metodologie nuove. Sono stato a lungo in Inghilterra. A Londra. Per studiare le squadre, i loro sistemi di allenamento, ma anche per imparare la lingua, che sto continuando a studiare. Lo faccio per la mia cultura personale, ma anche per allenare all’estero. Mi piacerebbe. In Inghilterra o in altri Stati. Se conosci l’inglese, puoi lavorare un po’ dappertutto. Mi piacerebbe togliermi questo sfizio, un giorno».

Lei è cresciuto nel Toro e poi lo ha allenato, dopo il ciclo alla Samp dal 2002 al 2007. E domenica si affronteranno giusto queste due squadre.

«Sì. Ma in quel biennio al Toro non sono riuscito a dare tutto quello che si aspettava Cairo, sul campo. E Cairo ha dato tanto a me, sotto ogni aspetto. Però fui anche sfortunato. Il ciclo del presidente era solo all’inizio, mancavano diverse cose che ora invece ci sono. La società, per esempio, doveva crescere. Ai miei tempi i ds cambiavano di continuo... E tutto questo non aiuta un allenatore».

E Mazzarri come sta andando, secondo lei?

«Sta dimostrando di poter far bene, con una bella rosa e con un ds, Petrachi, che conosce appieno le caratteristiche del suo allenatore. A dirla tutta, Mazzarri e io ci stimiamo, ma non ci adoriamo».

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I torti arbitrali si ripetono ai danni del Toro e le polemiche divampano.

«Abbiamo bisogno di più trasparenza e giustizia, non di poteri forti. Condivido la proposta di Cairo del Var a richiesta: per avere più giustizia e ridurre gli errori. Oggettivamente, il Toro è stato penalizzato. Il Var andrebbe usato sempre, di fronte ai casi dubbi: per tutelare tutti, anche gli arbitri stessi. Mazzarri dice cosa pensa, è spontaneo. Ma bisogna credere nella buona fede degli arbitri, se no diventi matto. Ha fatto bene Cairo a invitare tutti a stemperare i toni. Pure gli arbitri, però, dovrebbero capire i momenti. Mazzarri aveva ragione a protestare, per quel fallo su Iago. L’arbitro poteva non buttarlo fuori, ma usare maggiore buon senso. E’ umiliante per un allenatore essere allontanato, sapendo di avere ragione. Ma adesso tutta questa rabbia deve essere trasformata in energia positiva e in una carica doppia». 

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