Torino, Mazzarri s'arrabbia davvero: ora chi sbaglia paga

Sfuriata e minacce del tecnico alla ripresa nel bunker del Filadelfia
Torino, Mazzarri s'arrabbia davvero: ora chi sbaglia paga© www.imagephotoagency.it

TORINO - Brutta storia, quando un allenatore si arrabbia per davvero. Perché viene alla mente una classe di scuola Elementare. Un gruppo di ragazzini indisciplinati. Incapaci di darsi un freno. Ed è questo il vero problema. Perché si può anche sbagliare, ovviamente. E l’esuberanza giovanile, una qual certa vivacità sopra le righe possono essere persino spia di una vitalità superiore alla media. Ma poi un insegnante ha il dovere di dire basta, quando gli allievi esagerano. E deve farlo per il loro stesso bene. Affinché imparino, capiscano. Maturino.

MATURITA' - «E noi abbiamo definitivamente dimostrato che non siamo ancora maturi - sentenziava giustamente Mazzarri, sabato -. Non abbiamo capito come funziona. Come ci si deve comportare. Ho sbagliato anch’io: credevo di averli spaventati abbastanza, in vista del Parma. Invece non è bastato. Avrei dovuto terrorizzarli, allora. Perché questa squadra sta dimostrando che solo quando ha il terrore di perdere, poi non disperde i progressi. Evidentemente i troppi elogi ricevuti dopo la vittoria sulla Sampdoria hanno fatto male a troppi. E dire che li avevo messi in guardia... Ma siccome non è bastato, alla ripresa si cambierà sistema. La sosta sarà molto più dura e lunga del previsto». Così disse il maestro di scuola, post flop col Parma. Flop pesantissimo, persino più pericoloso per i rapporti interni e per il meteo dei tifosi, che per la classifica in sé e per sé. I fischi di fine partita, d’altra parte, hanno bucato la pelle del Toro.

RISPETTO - La gente è stufa. E la squadra di oggi paga anche le scorie delle incazzature per i tradimenti sportivi patiti negli anni scorsi. Tutti processi simili, anche se in panca non c’era Mazzarri, ma Mihajlovic. O Ventura a fine ciclo. E anche queste sono lezioni che i giocatori di adesso devono mandare a memoria: il rispetto per la maglia e per i tifosi. Uno dei concetti all’ordine del giorno, in queste 2 settimane di lavori a testa bassa al Fila. In un clima ben diverso: mai visto prima, da metà luglio in poi. Perché Mazzarri ha tracciato una riga, ieri. In sostanza: c’è stato un periodo, e si è chiuso sabato. Adesso comincia un nuovo arco temporale: e la musica sarà differente. Si è ricominciato con una lavata di capo, innanzi tutto. Una ramanzina che i giocatori ricorderanno a lungo, dati gli echi che ha già prodotto ieri a cose fatte, nelle confidenze con amici e procuratori. Giacché stavolta Mazzarri si è veramente arrabbiato: molto più che in passato.

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