Tattica, corsa, gestione della gara e motivazioni: ecco il Toro segreto

Da San Siro alla Juve, tra consapevolezze, progressi e speranze
Tattica, corsa, gestione della gara e motivazioni: ecco il Toro segreto© LAPRESSE

TORINO - Inseguire ciecamente le speranze, così da trasformarle in illusioni baluginanti nell’anticamera dei miraggi, sarebbe l’errore più clamoroso che potrebbe compiere il Toro, di qui a sabato. Perché la buona prospettiva si appoggia su un giusto equilibrio, tra primi piani e fondali. E vedere non significa necessariamente distinguere. Per cui non illuda, il gran pareggio di Milano: maturato con l’effigie di una vittoria morale, nella costruzione della personalità e del gioco. Riempia il fosso delle ansie, delle insicurezze. Ma non distolga dalla realtà. La consapevolezza non tracimi in spavalderia. Giacché se il Toro ha imposto la sua legge a San Siro per tre quarti di partita, ciò non significa che la Juve sarà meno mostruosa. Proprio per questo proviamo a tracciare le coordinate di un Toro che da oggi crescerà nel chiuso del Filadelfia. In gran segreto o quasi, tra analisi video, prove pratiche e lezioni teoriche.

Abbiamo ascoltato Mazzarri, domenica. Si è parlato. E riflettuto. Possiamo enucleare concetti e retroscena. Il tecnico ripeterà fondamentalmente due o tre cose, per accompagnare i giocatori a vedere sì lontano, ma sempre tenendo i piedi per terra. Punto primo: la Juve non è il Milan, quindi se si è scalato il Monte Bianco, ciò non significa che l’Everest si sia abbassato per induzione. La Juve resta esattamente ciò che è: una macchina infernale. Punto secondo: la lezione dello schiaffo. Il Toro ha passeggiato sui doriani a Marassi, si è creduto grande in un colpo solo, si è illuso oltre il confine delle speranze, e subito dopo col Parma ha fatto flop in casa, con problemi evidenti di erezione sportiva (maturità, concentrazione, fantasia). Punto terzo: il credo. WM ha detto: «Noi diamo il massimo, e poi vediamo che succede. La Juve pare letteralmente invincibile. Ma ogni tanto nello sport compare la legge dei grandi numeri», a sparigliare le carte. E Mazzarri ripeterà alla squadra che codesta non scende dal cielo per miracolo, ma bisogna anche saperla attrarre. Occorre credere in ciò che si fa, e soprattutto credere di poter farcela. Altrimenti non è neanche il caso di scendere in campo. E il lungo dialogo di ieri a margine dell’allenamento tra il tecnico, Belotti e Baselli si è portato appresso anche siffatti concetti da trasmettere, e non solo consigli ad personam.

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